Parma, tra ascesa e declino
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Parma, tra ascesa e declino

Un filo rosso collega due fatti di cronaca recenti della ricca e colta città

Alcuni snob, parlando della provincia arricciano il naso, ridono dei provinciali e delle loro abitudini con buona pace del provincialissimo defunto Michele Ferrero, trentaquattresimo uomo più ricco del mondo e imprenditore illuminato. Io sono sine nobilitate e felice di esserlo.

Oggi in Italia c'e' poco da ridere per tutti.

Le cronache degli ultimi giorni che si sono abbattute sulla ricca e colta Parma rattristano e fanno riflettere. La città del prosciutto crudo ha dato i natali a Renata Tebaldi, alle sorelle Fontana e ha potuto vantare l'eccellenza dell'opera del teatro Regio, qui è nata da una piccola realtà la pasta Barilla.

Per anni, questo territorio è stato un esempio per l'economia, per la creatività e per la cultura italiana, e ora? L'aria è pesante.

Dal dopoguerra, questo è il primo anno nel quale il teatro Regio non propone il suo celeberrimo cartellone operistico, una realtà solida e florida come quella del mondo del calcio tracolla, tanto da far pignorare le panchine degli spogliatoi della società Parma calcio. Il presidente Manenti viene coperto dalle critiche lo stadio Tardini di tristezza.

Le eccellenze di questo territorio vanno dissolvendosi lascindo l'amaro in bocca. Amara è la verità per la quale il fil rouge che unisce queste tristi situazioni ha un nome: recessione.

Italia chiama Montecitorio, qualcuno risponda.

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Raffaello Tonon