Richard Branson e la lettera alla bambina dislessica
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Richard Branson e la lettera alla bambina dislessica

L'imprenditore ha risposto di suo pugno ad una bimba di 9 anni affetta dal suo stesso disturbo

 "La dislessia, in realtà, è un vantaggio e mi ha aiutato molto nella vita", parola di Richard Branson che ha risposto così alla lettera di una bimba dislessica di 9 anni. La piccola ha scritto al patron di Virgin per ringraziarlo dei video che Branson pubblica per parlare di quello che, specie per i più giovani, viene considerato un disturbo orrendo verso il quale provare vergogna ed imbarazzo. 

Un tema caro all'imprenditore mecenate noto per il suo impegno sui temi del sociale e per l'attenzione alla salute fisica e mentale dei suoi dipendenti. Branson in persona, infatti, era dislessico e, quindi, può a buon titolo parlare. Alla bimba il manager ha scritto: "Spero che i miei video aiutino tanti bambini come te a non sentirsi soli nei confronti della battaglia contro la dislessia".

"Non lasciare che gli altri ti buttino giù per il fatto che sei dislessica" ha poi aggiunto ricordando come per lui la dislessia sia stata un'opportunità.

"La tua vita - ha concluso - non è affatto rovinata e io aspetto che tu mi racconti cosa ti avrà riservato il futuro".

Branson non il primo dislessico ad aver avuto successo, anzi. Alcuni tra gli uomini più potenti dell'ultimo mezzo secolo erano dislessici, come se questa problema d'apprendimento li avesse fortificati e resi più concreti e battaglieri nei confronti degli ostacoli della vita.

Era dislessico, ad esempio, Steve Jobs, ma anche Ingvar Kamprad il genio che ha creato Ikea, Ted Turner, fondatore di Cnn, Henry Ford di Ford Motor Company e chissà quanti altri.

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Barbara Massaro