Jamie Lee Curtis
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"Sono stata tossicodipendente": la dichiarazione-choc di Jamie Lee Curtis

In attesa dei referti sugli esami di Prince l'attrice dichiara: "La dipendenza da farmaci è una piaga"

Esiste una dipendenza che non è quella da eroina o da cocaina, neppure da acidi o da cannabis; è "Legalizzata" e socialmente accettata perchè quelle droghe si chiamano farmaci e vengono venduti in farmacia sotto prescrizione medica.

Antidolorifici, oppiacei, morfina e quant'altro possa anestetizzare un dolore prima fisico e poi mentale sono potenti droghe che causano dipendenza e, a volte, uccidono.

E' il monito lanciato dall'attrice Jamie Lee Curtis che, sull'onda emotiva della tristezza per la morte di Prince e in attesa di esami tossicologici che confermino o smentiscano l'idea che il cantante sia morto per overdose di farmaci, ammette la passata tossicodipendenza.

In un lungo editoriale pubblicato su Huffington Post Jamie Lee Curtis ha scritto: "E così, in attesa dell'ultimo esame tossicologico, si è scritto sul New York Times che Prince era tossicodipendente. Lo capisco. Anch'io lo ero. Anch'io attendevo con ansia la ricetta per il farmaco dal quale avevo segretamente sviluppato una dipendenza. Anch'io mi sono ritrovata ad assumerne troppi tutt'insieme. Anch'io cercavo di fermare il dolore fisico ed emotivo cogli antidolorifici. Annientarlo. Fermarlo. Io sono una di quelli fortunati, perché è da oltre diciassette anni che mi sono disintossicata".

Un problema che secondo l'attrice è sottovalutato e va considerato per il suo peso sociale e per le conseguenze che comporta: "Pare che adesso governo, AMA, FDA e mezzi di comunicazione stiano iniziando a occuparsi dell'epidemica dipendenza da oppiacei. Sono state fatte delle riclassificazioni, e dei tentativi di dare una stretta agli eccessi delle loro prescrizioni".

E poi sottolinea: "La maggior parte di coloro che finiscono per diventarne dipendenti, come la sottoscritta, lo fanno dopo aver assunto antidolorifici che gli erano stati prescritti in seguito a un'operazione chirurgica. Ma non appena scatta la brama, spesso è ormai troppo tardi. Personalmente mi ritrovo, come voi tutti, a piangere la perdita di un grande artista, ma piango anche la perdita d'altri artisti in potenza, del passato e del presente, schiacciati da questa morsa letale".

E conclude: "Impegniamoci di più, concentriamoci a fare tutto il possibile per non favorirla, e così disinnescarla, nei nostri cari, che sono malati".

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Barbara Massaro