Pasqua, la battaglia social sull'agnello
Twitter
Lifestyle

Pasqua, la battaglia social sull'agnello

Tra chi non rinuncerà al più tradizionale tra i menù e chi, invece, lotta contro la mattanza dei cuccioli

Al forno, con i carciofi, alla brace o fritto. L'agnello (o il capretto) rappresenta il pranzo di Pasqua per antonomasia e da sempre corrisponde al rito gastronomico primaverile più diffuso in Italia.

Per mettere a disposizione degli italiani la materia prima necessaria nel 2016 sono stati macellati 2,7 milioni di animali al di sotto dei 10 chili. Si tratta di cuccioli strappati alla madre ad un'età di 40 giorni dopo una gravidanza di cinque mesi. Una mattanza cui sempre più persone vogliono dire basta.

Le organizzazioni che si battono per dire basta

Enpa ha già raccolto 33.000 firme su firmiamo.it per chiedere lo stop al massacro di Pasqua e la Lav, la lega antivivisezione, ha organizzato la campagna Let it bee condividendo via social le foto di teneri agnellini che corrono liberi nei prati.

Non solo: FIPE, Federazione italiana pubblici esercizi, ha reso noto che un ristorante su 4 in Italia ha scelto di servire menù di Pasqua che non prevedono agnelli e capretti tra le pietanze.

Aria di cambiamento in Italia

Un'attenzione e una sensibilità animalista sempre più diffusa in Italia e lo specchio di quanto sta accadendo lo si ha dando un'occhiata in giro per i social. Su Twitter il popolo dei "Salva agnelli" è sempre più nutrito e si batte a colpi di condivisione di foto, immagini, impegno e anche di proposte alimentari alternative a quelle consuete con menù vegetariani e idee di cucina creativa.

L'impegno vip

Dalla parte del coro degli amici del capretto ci sono anche tanti vip a partire da Tullio Solenghi che, anche quest'anno è testimonial della campagna #salvaunagnello promossa da Animal Equality. Anche l'ex gieffina Daniela Martani ha spiegato a Visto il perchè della sua scelta di un'alimentazione cruelty free e addirittura il Ministro Boldrini ha adottato due agnelline salvate dalla mattanza pasquale.

Gli irriducibili del capretto

Contro i fautori della Pasqua salva cuccioli, però, sono ancora in tanti. Sui social cinismo e ironia la fanno da padrone tra coloro che invocano la stessa sensibilità per il capitone o per il tacchino a Natale o chi la butta sull'umanitario sostenendo che smetterà di mangiare agnello quando non verranno uccisi più bambini in Siria.

Tra meme, battute, gif e scherzi ognuno a Pasqua mangerà secondo coscienza nella speranza che tra un agnello e una colomba non venga dimenticato il vero significato della resurrezione pasquale.

Pasqua, la battaglia social sull'agnello
Twitter
Pasqua, la battaglia social sull'agnello

I più letti

avatar-icon

Barbara Massaro