Olimpiadi 2012: Londra a luci rosse
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Olimpiadi 2012: Londra a luci rosse

Il commercio sessuale è aumentato notevolmente grazie ai Giochi ospitati nella capitale inglese: dai club privè ai bordelli di lusso fino alle saune per nudisti

All'angolo tra Backer e Crawford street c'è un omino indiano che ogni sera, tranne la domenica, si apposta lì, per 3-4 ore. Fermo. Ti avvicini e se gli dici "hot moments" ti porterà nel seminterrato di una palazzina vittoriana e ti aprirà le porte del piacere sadomaso. Per chi è un appassionato del genere è una delle tappe londinesi più ambite: 170 sterline per farsi sottomettere da una giunonica maitresse bionda, e con qualche chilo di troppo, che ti sculaccia con palette e ti frusta con una corda di pelle raggrinzita. Tutto a pochi passi dal soave Regent's park, rifugio paradisiaco per bambini e famiglie nella caotica e fin troppo inquinata Londra.

Nella città il commercio del sesso è aumentato vertiginosamente grazie ai giochi Olimpici: più gente nel periodo estivo e più lavoro per prostitute ed escort. Samantha alloggia all'Hilton in Park Lane. La sua suite le costa 240 sterline al giorno compresi i pasti, lei è lì per cinque giorni a settimana prima di tornare in campagna da sua figlia di 3 anni che vive con la nonna. Facile capire il costo di tale vita, ancor più facile immaginarsi il ricavato dalle sue prestazioni. La ragazza non ha sito online, non mette annunci web, ne tantomeno nelle ultime pagine dei giornali. Il suo nome gira nei forum privè oppure nelle rubriche dei top manager inglesi.

Non essendo Samantha per le tasche di molti, se si cerca un'estate trasgressiva, si può ripiegare nelle saune cittadine. In questo caso a perderci però è la qualità. Ce ne sono tante, molte v.m18. Alcune davvero "cheap". Si entra con pochi pounds, ti danno ciabattine e accapatoio e ci si immerge in acqua, oppure si prende il sole in giardino. Tra le più famose c'è il Rio's in Kentish Town, tra le migliori per il rapporto qualità-prezzo. Sito internet poco aggiornato ma tanti pareri positivi sui forum di incontri. Lì il nudismo è di casa. Pochi si coprono, tanti si mostrano come mamma l'ha fatti, nonostante il fisico sia quello che è. Non ci sono dark room e le effusioni sono alla vista di tutti. Se però ci si vuole appartare per andare oltre, basta prendere un camerino. Nota: la maggior parte della clientela è di colore. Nel sito figurano solo modelli di carnagione bianca ma chi vi è stato assicura: "Dal pomeriggio in poi il locale si riempie e sono quasi tutti di etnia africana o indiana. Molti di loro però tengono il costume, almeno per le prime ore".

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Per chi ha gusti diversi, Londra offre una miriade di case-chiuse. Una giusta via tra il sesso a pagamento formato escort e le lucciole in strada, ancora (poco) presenti in città, dopo lo stretto giro di vite del vulcanico sindaco Boris Johnson. Per chi sa cercare nei meandri del web, si può trovare anche la mappa di questi luoghi clandestini. Una palazzina a tre piani, poco fuori dalla city, è tra le più frequentate. Tredici ragazze e due signore che tengono le fila del gioco. Il posto è un circolo con tanto di tessera associativa. Quaranta sterline più 100 per ogni donna. Extra esclusi. La casa di appuntamenti è questo: fuori semplice circolo per manager e signorotti londinesi, dentro un luogo di trasgressione poco economico ma certo "all for trasparency". Tasse incluse quindi. "Siamo inglesi, mica italiani". L'ex vicepresidente della North rock è stato abbandonato dalla moglie quando lei ha scoperto che in un anno il marito ha speso mezzo milione di sterline per qualche ora di divertimento alla settimana. Il gioco infatti è questo: le ragazze chiedono altri regalini e prima della prestazione si fanno offrire da bere. Roba da 50 sterline a drink.

Se si è in cerca d'avventura, il genere è un altro: sesso con sconosciuti, avventori di particolari bar. "Sex is hot and strong in London" si dice. E sembra sia proprio così. La zona est pullula di disco-bar per scambisti. In verità sono club che differiscono poco dai nostri: si paga all'ingresso (i single oltre 100 sterline, le coppie mai sopra le 50) e poi ci si diverte. La struttura è uguale per tutti: lungo corridoio tappezzato di moquette (a volte verde oppure rosa) e ingresso con dress room seguita da sala d'incontro, sostanzialmente una sala da disco, che richiama vagamente gli anni '80, con tavolini, sedie e poltroncine spesso in pelle. Per lo più i gestori sono russi. Cortesi, anche se alcuni di loro hanno l'odore di soldi sporchi. La mafia russa non si vede ma c'è. Ai lati della stanza due o tre salette: le easy room. Una stanza ovale con dei vetri, in mezzo un letto o divano ovale senza cuscini. Se si decide di entrare, si decide di giocare. La coppia si mette comoda e arrivano gli altri avventori. Qualcuno si posiziona al di là del vetro e si gusta la scena. In mezzora finisce tutto. Si va in bagno per lavarsi. Ogni cliente ha un asciugamano. E' possibile farsi una doccia con un supplemento. Molti club accettano i clienti solo dopo una richiesta spedita via email al locale dove devono comparire dati anagrafici e foto. Oppure si può demandare tutto ad un'azienda francese (con sede anche in Italia, www.voyage-prive.it) e poter usufruire di pacchetti viaggio esclusivi in giro per i locali d'Europa.

Altri tipi di bar invece sono meta fissa degli omosessuali. In questo caso Londra ha un vasto assortimento del genere. Se si parte con l'aereo il giovedì pomeriggio, la sera stessa e quella successiva sono le migliori da affrontare con gin e tonic e con qualche partner conosciuto in loco. Il Village è il più famoso, lesbiche e omosessuali insieme, a tre piani con tre dj diversi. La velocità del servizio è impressionante, non c'è mai fila ai bar. La clientela non è discreta ma al primo rifiuto, si viene lasciati in pace.

Il Candy invece è solo per donne. E' stato il primo del genere a Londra, anche se chi va a Soho di solito non preferisce ambienti riservati. Ambiente glamour, fiumi di vodka mischiata a Red Bull: tutto come da copione. La particolarità sta nella clientela, non solo perché sono tutte donne che hanno superato la ventina e che non arrivano alle quaranta primavere, ma anche per la disinvoltura delle suddette. Non è un posto per chi si vuole nascondere ma il contrario. Quando si entra, l'occhio cade su un gruppetto di alticce rappresentanti del mondo bancario oppure della moda che ballano sul palco. Per lo più sono in carne e sudano come non mai. Ma poco importa, sotto, la platea, sembra gradire.

A Londra si celebra anche il lunedì gay: tutto merito degli studenti, alcuni under 18 che, per vivere le loro prime esperienze sessuali, si lanciano, a volte sbronzi, in pista nei bar, incoraggiati da ingressi e consumazioni a costo veramente basso. La serata più popolare è quella al nightclub, Heaven (una sterlina prima delle undici e mezza con l'invito, sei sterline senza). Qui il clima è completamente diverso: coppie che si baciano, sui divanetti ci si spinge al petting. Al terzo piano la musica sembra meno assordante, ma la temperatura è ancora di più superiore: gruppi di tre o quattro ragazzi che si toccano a vicenda, mentre il dj, come se nulla fosse, passa un altro disco. Saletta buia in fondo alla sala offlimits con tanto di corazziere pronto a frenare qualsiasi intenzione di oltrepassare la soglia. Solo qualche cliente vi entra e ne esce con ampi sorrisi. Non solo il lunedì il locale fa il pienone, ogni sera c'è una festa e ogni volta è sempre più difficile entrare.

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I Giochi però anche in questo caso incidono. La moda va seguita e così non sono da meno i turisti che, attirati dai dei cerchi olimpici, vengono attratti anche dalle luci dei gay bar e night club "perché fa tendenza". E in questi giorni qualche metro quadro dei locali è occupato anche dagli etero "scocciatori". Alle quattro del mattino escono dai locali e c'è chi si fa una foto davanti all'ingresso da mettere su Facebook. La maggior parte sono italiani o spagnoli. C'è qualche tedesco. Tornano in albergo commentando l'esperienza appena vissuta. Anche questa è una faccia delle Olimpiadi londinesi. Una faccia a luci rosse. Per tutti i gusti.

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Tommaso Taddei