Natale: pasto a tutte bollicine
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Natale: pasto a tutte bollicine

“Lo champagne è un grandissimo vino per tutti i palati e per tutte le tasche", Parola di Alessandro Scorsone, sommelier di Palazzo Chigi e de La Prova del Cuoco che guida nell'abbinamento tra piatti tipici delle feste e bollicine

“Lo champagne è un grandissimo vino per tutti i palati e per tutte le tasche, non solo per chi dispone di quattrini”. Parola di Alessandro Scorsone sommelier di Palazzo Chigi e molto noto per le sue apparizioni televisive a La prova del cuoco. Ed è proprio partendo da questo concetto che  il giorno di Natale, seguendo qualche semplice consiglio dell’esperto, si potrà pasteggiare a champagne a partire dagli antipasti fino al dolce.

ANTIPASTO - Durante le feste si tende sempre a esagerare un po’ con il cibo e, quasi certamente, si comincerà il pranzo o la cena di Natale con un abbondante portata di salumi accompagnata magari da patè, crostini al salmone e stuzzichini salati a profusione. “Il mio consiglio è quello di iniziare con uno champagne Brut e vi spiego anche perché: il residuo zuccherino di questa tipologia di bollicine è di 5/6 grammi per litro quindi stiamo parlando di una struttura molto morbida”, spiega il sommelier, “ma si può anche decidere di optare per un Extra Brut oppure un Nature-Zero Dosage, dedicati a tutti coloro che amano il gusto puro e secco”.

PRIMI PIATTI - Se pensiamo ai classici piatti natalizi, di certo non ci balzano alla mente i pizzoccheri, le lasagne o la polenta, ma più semplicemente un piatto di crespelle di magro a base di verdure di stagione e formaggio oppure dei tagliolini all’uovo ai frutti di mare o ancora, più semplicemente, il tipico tradizionale piatto di tortellini in brodo. Durante le feste si concede un’attenzione maggiore ai dettagli e si preferisce spendere di più per sfoggiare in tavola ingredienti di prim’ordine. “Con piatti di questo genere occorre prima riequilibrare la bocca dalla tendenza dolce e dai sapori forti lasciati dalla precedente portata", continua Alessandro Scorsone, “ed è perciò che continuiamo il pasto con uno champagne Extra Brut dove freschezza, effervescenza e sapidità la fanno da padrone”.

SECONDI PIATTI - “Che il secondo si basi su carne o pesce poco importa”, chiarisce l’esperto, “perché più si cresce nel corpo del cibo e maggiore deve essere il corpo delle bollicine. A chi ama il secco, consiglio di continuare con l’Extra Brut che si accompagna perfettamente sia con branzini, rombi o rane pescatrici, che con i più grassi capponi o faraone. Per le “signore” invece suggerisco di assaggiare un Rosé, un vino di grande appeal, soprattutto per i palati femminili”.  All’interno della famiglia-Champagne si possono trovare i classici Chardonnay, molto eleganti e suadenti con bollicine che non gridano mai “come il trucco per una bella donna: ci deve essere ma non si deve vedere”, sottolinea l’esperto; i Pinot Noir, un vitigno a bacca scura che regala sensazioni di frutto rosso al palato; e i Pinot Meunier, dalla rotondità e dal gusto fruttato. Non resta quindi che l’imbarazzo della scelta.

IL DOLCE - “Mai utilizzare champagne Brut, Extra Brut o bollicine pas dosè abbinati a piatti dolci”, conclude Alessandro Scorsone, “ a maggior ragione nei giorni di festa come il Natale che prevede la fine del pasto con il classico panettone e, per i più audaci, un abbinamento di crema al mascarpone. Il dessert vuole sempre una concordanza dolce, ecco perché bisognerebbe finire in bellezza con uno Champagne Doux (dolce), proprio come le sue origini, che risalgono a oltre 300 anni fa”.

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Alessia Sironi