Milano Fashion week: il diario del driver/day2
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Milano Fashion week: il diario del driver/day2

La sera in giro per Milano per portare la cliente ai party, poi la mattina sveglia presto e si ricomincia con le sfilate

Di Fabrizio Prezzamà

Ferrari, belle donne, caos e tanti bicchieri di vodka consumati. Insomma, rieccomi al primo party "very in" della settimana modaiola. Sono le 19, sono in piedi dalle 6 e non sento più le gambe (e il sedere per quanti km ho fatto seduto in auto) ma va (ancora) tutto bene. Sono con Elena a questo evento, ma vorrei essere, sinceramente, altrove. Meglio se davanti alla tv perché c'è la partita Juve-Chelsea. Per fortuna lei mi dice di portarla via da lì dopo mezz'ora perché vuole andare a cena in un ristorante con delle amiche. La "scarico" davanti all'entrata e poi corro a trovare pub o pizzeria che trametta la partita. Con qualche minuto di ritardo dal fischio di inizio mi siedo al tavolo. Ora gufo con gusto i gobbi.

Finisce il match, io ho già mangiato e torno da lei: ha un vestitino attillato che le fa risaltare le forme. Esce dal ristorante con passo fiero insieme a tre amiche. Hanno bevuto molto. Entrano in auto che diventa all'improvviso come una distilleria per l'odore. Ma nonostante tutto, non sono ubriache. Ho visto di peggio negli anni passati. Faccio il giro degli alberghi. Lascio Elena poco dopo la mezzanotte. Buona notte, torno a casa distrutto.

La mattina, non sento la sveglia. Mia madre, non mi ha svegliato e io sono in ritardo di mezzora ma grazie alla mia conoscenza delle strade più improbabili milanesi, salto il traffico da Liscate all'hotel di Elena come se avessi preso l'elicottero. Nemmeno io so come abbia potuto fare. Arrivo con tre soli minuti di ritardo. Lei scende con 25 minuti fuori tempo limite. Cerco di frenare il fastidio parlando amorevolmente con lei di come abbia gufato contro la Juve. Lei ride, è graziosa e con me sempre gentile. Mi chiede di portarla in via Senato, sono le 10 e tutto va bene, persino con i parcheggi: ne trovo uno di fronte alla sfilata. Apllausi a scena aperta. Aspetto, mi fanno compagnia 4-5 sigarette. Alle 11 esce, mi dice che vuole fare colazione. La riporto in albergo. In giardino prende un caffè macchiato, legge una rivista, io la osservo di fuori. Poi un altro caffè e infine un buon bicchiere di vino. Mi guarda, mi sorride.

Alle 12 andiamo in via della Spiga, vuole fare shopping. Finiamo dopo due ore intense. Poi andiamo alla sfilata di Armani e mi dice di accelerare perché siamo in ritardo. Veramente è lei che ha fatto tardi, ma sto zitto e proseguo. La accompagno, ma stavolta davanti alla sfilata c'è il caos e non riesco a fermarmi. Vedo persone in mezzo alla strada parlare al cellulare ma anche bere in bicchieri di plastica. Nemeno suono, o si spostano o giuro che li prendo sotto. Si spostano. Io aspetto, Lei esce, stavolta prima di tutti. E che cosa è successo? Mi dice con un sorrisino strano: "Mi sono dimenticata di comprare un paio di scarpe che volevo". Torniamo in via della Spiga. Lei entra in negozio, ha pochi minuti perché alle 14.30 deve andare alla sfilata di Scervino. Ma fa mezzora di ritardo. Esce infuriata, mi dice di muovermi. Io eseguo ma dopo pochi secondi ci ritroviamo in un ingorgo. Sfilata bucata. Delusione. Silenzio. Direzione albergo. Mi dice di trasportare la sua assistente in un altro hotel e di farmi trovare questa sera intorno alle 19 per i party serali. Ho capito: anche stavolta non andrò a casa nemmeno per l'ora di cena.

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