Viaggi, 10 luoghi "scaramantici" in Italia
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Viaggi, 10 luoghi "scaramantici" in Italia

I luoghi portafortuna di alcune città italiane, tra le mete più visitate per Pasqua

Dieci luoghi portafortuna in Italiafergregory/iStock

Se Pasqua è una festività di origini tipicamente sacre, è anche un'occasione per un primo "assaggio" di vacanze o anche solo per qualche gita città. Sono molte le possibili destinazioni "profane" in Italia, luoghi nei quali, invece che ricercare processioni religiose, ci si fa coinvolgere in riti portafortuna: chi non ha mai lanciato una monetina nella Fontana di Trevi a Roma, ad esempio, sognando di poter tornare un giorno nella Città Eterna? E che dire delle migliaia di visitatori che in Galleria Vittorio Emanuele, in centro a Milano, non perdono occasione per fare un giro col tacco della scarpa sul mosaico che raffigura il toro e sui suoi genitali? Per gli innamorati, poi, Verona rappresenta una tappa imperdibile; ma non è sufficiente visitare la casa di Giulietta: secondo gli scaramantici, per avere fortuna in amore occorre appoggiare una mano sul seno destro della statua di bronzo di Giulietta. Ecco alcuni dei luoghi e riti portafortuna da visitare in Italia.

1) Fontana di Trevi: quante monete?

Sono più di uno i riti che riguardano la Fontana di Trevi a Romaravnikovstudio/iStock

Se si visita Roma la Fontana di Trevi è un must, uno dei quei luoghi da non perdere assolutamente. Altrettanto "doveroso" è gettarvi dentro almeno una moneta: si dice, infatti, che il lancio di una monetina, voltati di spalle rispetto alla fontana, sia di buon auspicio perché si possa tornate nella Capitale.

Se però se ne lanciano due, ecco che si potrà trovare l'amore, mentre con tre monetine si potrà sperare persino nel matrimonio.

2) L'acqua della fedeltà

Far bere l'acqua al fidanzato è auspicio di fedeltàtraveler1116/iStock

Come se non bastassero le monete, ecco che associata alla Fontana di Trevi c'è un'altra credenza, che risale a quando l'acqua che vi era contenuta era potabile. Le ragazze, che stavano per separarsi temporaneamente dal proprio fidanzato in partenza per il servizio militare o altro motivo, dovevano far bere un bicchiere dell'acqua della fontana al proprio "lui", rompendo poi il bicchiere stesso. Questo "rito profano" avrebbe garantito loro la fedeltà.

3) Il Toro di Milano

E' famoso in tutto il mondo il mosaico del toro a Milanoantoniotruzzi/iStock

Da Roma a Milano, chi visita il capoluogo lombardo e capita in centro, non può esimersi dal rito del toro, ovvero fare un giro su se stessi, col tacco della scarpa posizionato sopra ai genitali del toro raffigurato nei mosaici che decorano il pavimento della Galleria Vittorio Emanuele. Non è possibile sbagliarsi nell'individuare il luogo esatto in cui si trova l'animale: prima di poter fare la propria giravolta, occorre attendere qualche minuto, perché c'è sempre un certo capannello di gente che attende fiduciosa il proprio turno intorno all'immagine del (povero) toro, già restaurato diverse volte a causa dell'usura causata dal "rito" scaramantico.

4) Giulietta a Verona e gli innamorati

Toccare il seno di Giulietta, a Verona, porta fortuna agli innamoratiironstuff/iStock

Per gli innamorati Verona rappresenta una meta di vero e proprio pellegrinaggio. Qui arrivano migliaia di coppie ogni anno a visitare la famosa casa di Giulietta, in via Cappello 23. A campeggiare nel cortile, sotto al famoso balcone, c'è la statua di bronzo della protagonista della tragedia di Shakespeare, opera di Nereo Costantini. Ebbene, per avere fortuna in amore (e non solo) si dice che si debba appoggiare una mano al seno destro di Giulietta.

5) Nozze entro l'anno a Ravenna

Bisogna andare a Ravenna se ci si vuole sposare entro l'annoFILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

Per tutte le donne che sognano di sposarsi entro l'anno, invece, una tappa obbligata è Ravenna, dove si trova la statua di Guidardello Guidardelli, un nobile cavaliere e condottiero al servizio di Cesare Borgia. La tradizione vuole che le giovani che bacino la sua raffigurazione sulla lastra tombale, conservata alla Pinacoteca di Ravenna presso il MAR (Museo d'Arte della città di Ravenna), convolino a nozze entro un anno.

In realtà la leggenda nacque dopo che la lastra, prestata al Museo di Belle Arti di Parigi nel 1935, tornò in Italia con alcuni segni e danni. Questo portò a decidere di non concederla più per esposizioni all'estero e, per motivare la decisione, l'allora direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Ravenna, Vittorio Guaccimanni, spiegò che l'opera doveva essere ripulita dalle numerose tracce di rossetto lasciate dalle turiste che lo avevano baciato. Nonostante si trattasse di una invenzione, peraltro con intenti scherzosi, la leggenda si diffuse, con l'aggiunta dell'auspicio di potersi sposare entro un anno per chi avesse baciato la lastra. Si racconta che siano state oltre 5 milioni le donne che, dalla realizzazione della raffigurazione, abbiano baciato il volto di Guidardello.

6) La "Fontana delle Tette" a Treviso

La Fontana delle Tette a TrevisoEmmeci74/iStock

Si chiama proprio così, "Fontana delle Tette", e si trova a Treviso. Anche in questo caso poterne toccare il seno pare che porti fortuna. Realizzata nel 1559, si narra che in passato (e fino al 1797) dai seni della donna raffigurata sgorgassero rispettivamente vino rosso e vino bianco, ogniqualvolta fosse nominato un nuovo podestà della Serenissima Repubblica di Venezia. I cittadini sembra potessero berne il vino per tre giorni, in modo gratuito.

Oggi nel cortile di Palazzo Zingoli esiste una copia della statua e della relativa fontana, ma rimane la leggenda che toccarne il seno porti fortuna.

 

7) La Fontana del Matto a Gubbio

A Gubbio c'è la Fontana del Mattolucianofochi/iStock

Ben altra fontana e tradizione si trovano invece a Gubbio dove, davanti al Palazzo del Bargello c'è una fontana, chiamata appunto "dei Matti". Secondo la tradizione occorre farne tre giri intorno di corsa, mentre si viene bagnati con la sua acqua, per acquisire il titolo di "Matto Oonorario d'Agobbio", che viene dato a chi può vantarsi di essere ironico e imprevedibile come i cittadini di Gubbio.

8) Torino e il mignolo di Colombo

A Torino bisogna toccare il mignolo di Colombo in piazza CastelloMARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images

Se si ci reca a Torino esistono due luoghi portafortuna da non mancare. Il primo è in piazza Castello, sotto i portici della Prefettura, dove si trova il medaglione di bronzo che raffigura Cristofo Colombo: per avere fortuna e poter conoscere la sua "rotta" occorre sfregare il dito mignolo dello scopritore, detto il "Dito del Viaggiatore". In piazza San Carlo, invece, esiste un altro toro, simile a quello di Milano: anche in questo caso bisogna calpestarne in genitali per essere baciati dalla buona sorte, ma occorre farlo in modo disinvolto, senza dare l'idea di farlo volutamente.

 

9) La Fontana del Porcellino a Firenze

Toccare il muso del "Porcellino" a Firenze porta fortunaALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images

In realtà si tratta di un cinghiale, un animale molto diffuso in Toscana (e in Liguria), che si trova accanto alla Loggia del Mercato Nuovo. Per avere fortuna, in questo caso bisogna toccarne il naso, che infatti è più lucido rispetto al resto del corpo, proprio a causa dei numerosi sfregamenti quotidiani da parte dei turisti superstiziosi. Perché il rituale sia completo, però, bisogna anche esprimere un desiderio e appoggiarne una monetina al naso: se nel cadere questa finisce oltre la grata sottostante, il desiderio si avvererà.

10) Le "ossa" di Napoli

Tappa obbligata anche all'Ossario di Napoli per chi cerca fortunaSsviluppo/iStock

Se si parla di fortuna e riti propiziatori non si può non parlare anche di Napoli. Acquistare un "cornicchio" rosso è un rito, ma non basta. Per i più audaci bisogna recarsi all'Ossario del capoluogo campano, il più grande d'Europa, che si trova al Cimitero delle Fontanelle. Qui sono custodite le ossa delle vittime della peste del 1652 e del colera del 1836. Per avere fortuna occorre toccare quelle di "Donna Concetta, detta anche il "teschio che suda": se il teschio si bagna, infatti, significa che la grazie richiesta sarà ricevuta.

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Eleonora Lorusso