Sei stressato? Vai a farti un giro nella "camera della rabbia"
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Sei stressato? Vai a farti un giro nella "camera della rabbia"

Una stanza dove poter distruggere tutto quello c'è dentro: mobili, sedie, bottiglie, con mazze da baseball e guantoni

Uno "scontro" con il proprio capo, un diverbio con la propria compagna o compagno, marito o moglie, il traffico che snerva, la coda in un ufficio pubblico o alle poste: tutte situazione che creano tensione, aumentano lo stress e fanno tornare a casa con i nervi a fior di pelle. Ma è difficile riuscire a "scaricarsi": a volte neppure la partitella a calcio con gli amici aiuta. Ecco allora il sogno, ora diventato realtà: quello di potersi davvero sfogare, distruggendo tutto quel che si ha intorno, ma senza pagarne le conseguenze.

Si chiama, infatti, la "Camera della rabbia" , una stanza dove dare libero sfogo ai propri logorii quotidiani o alla tensione accumulata durante la settimana. Ad idearla è stato Cristian Castagnoli, 35 anni, che si è ispirato a strutture simile già sorte in Messico, Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Come poteva mancare una "Camera della rabbia" anche da noi? Tanto più che il successo è garantito: qui, nel cuore della Romagna, a Forlì, è iniziato un vero e proprio pellegrinaggio: arrivano impiegati stressati, promessi sposi sull'orlo di una crisi di nervi pre-matrimoniale, ma anche - in tempi di crisi - molti disoccupati pieni di frustrazioni che qui trovano uno spazio adeguato.

Alle pareti del capannone è stato dipinto, in stile street art, un uomo barbuto, che ben si presta a "capro espiatorio". Prima di fracassare tutto quel che si trova tra le quattro mura della camera, però, occorrono alcuni piccoli accorgimenti, se non altro per evitare di farsi male. Ecco perchè il titolare fa indossare, in spogliatoio, delle scarpe antifortunio, ginocchiere, paragomiti e protezione per gli avanbracci. Il tocco finale è invece rappresentato da elmetto e maschera da soft air: a questo punto il novello guerriero può combattere il suo più acerrimo nemico, lo stress, senza tema di rimanere ferito. Mobili vecchi, bottiglie di ogni forgia e misura (da quelle da 75cl fino alle Magnum), una sedia e una vetrinetta sono gli obiettivi da centrare e possibilmente distruggere. Per chi avesse ancora voglia o residui di ansie da liberare, ecco anche un sacco da pugile, appeso in bella mostra e invitante come pochi, specie per coloro che ci vedono la faccia del proprio capo o collega di turno a cui "cantarne quattro".

A fare da colonna sonora, naturalmente, una musica adatta, spesso del rap. A questo punto, dopo circa un quarto d'ora di "botte da orbi", il senso di liberazione è davvero raggiunto. Facendo attenzione a non scivolare sui cocci - che naturalmente non saranno neppure da raccogliere - si lascia la "Camera della rabbia", si pagano 35 euro e si può tornare a casa, alla propria routine e persino al lavoro. In caso di necessità, infatti, la camera sarà sempre lì, pronta ad accogliere nuovi sfoghi! 

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Eleonora Lorusso