L'università di Oxford
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Perché a Oxford le ragazze hanno più tempo ai test di matematica

Si tratta di una novità che dovrebbe colmare il gap nei risultati tra studenti e studentesse, ma non a tutti la riforma piace

Parità di genere o sessismo? A Oxford il dibattito è aperto e se le studentesse plaudono alla scelta di concedere 15 minuti in più alle donne nei test di matematica, i ragazzi non la pensano così sostenendo che, se parità di genere deve essere, lo debba essere in tutti gli ambiti, anche in quelli in cui strutturalmente, storicamente e culturalmente gli uomini vanno meglio delle donne.

Il gap nelle materie scientifiche

Sì, perché numeri alla mano, lo scorso anno accademico solo 7  ragazze si sono laureate in matematica con il massimo dei voti contro i 45 uomini.

Si tratta del 21% delle donne contro il 45% degli studenti maschi. Un gap di genere che il rettorato ha voluto colmare introducendo la novità del bonus dei 15 minuti. Per completare i test i ragazzi, come sempre, avranno a disposizione 90 minuti contro i 105 delle studentesse.

"Riteniamo che questo cambiamento possa mitigare la differenza di genere che si è manifestata negli anni recenti – hanno detto i docenti – e in ogni caso gli esami dovrebbero essere una dimostrazione di comprensione della matematica e non una corsa contro il tempo".

"Sono un po' a disagio di fronte a schemi volti a favorire un genere su un altro – ha detto una rappresentante degli studenti – ma sono contenta che si riconosca che c’è un gap laddove non dovrebbe esserci e che si comincia a ragionarcisi sopra".

Le ripercussioni sul mondo del lavoro

Il gap, oltre a essere presente nella fase formativa, si traduce in una scarsa presenza delle donne nelle aziende d'impronta scientifica. Nelle grandi imprese tecnologiche mondiali solo il 17% dei dipendenti è donna e alcune ditte, come per esempio, Microsoft, hanno avviato programmi per incoraggiare le donne a intraprendere una carriera nel mondo dei computer.

In Microsoft questo programma si chiama DigiGilz, mentre in Italia l'associazione di donne manager nel settore tecnologia si chiama Valore D.

Le radici del fenomeno

Secondo alcuni osservatori il problema della scarsa presenza femminile in campo scientificomatematico parte da uno scarso stimolo alla ricerca scientifica che comincia già al liceo quando le ragazze si scoprono più attratte dalle lettere e dalla filosofia e solo colmando quel gap culturale si può sperare di raggiungere una parità di genere anche nelle scienze matematiche.

Altri, però, ammettono che per il caso di Oxford questo esempio non abbia valore visto che per entrare nella prestigiosa università bisogna essere praticamente dei geni e quindi il livello delle studentesse è, di base, altissimo.

Il fatto che le ragazze di Oxford non riescano a raggiungere i livelli d'eccellenza degli uomini, quindi, potrebbe avere ragioni biologiche causate da un diverso approccio alla comprensione e i 15 minuti in più potrebbero essere davvero risolutivi (con l'introduzione del bonus donne l'ultima sessione d'esami è andata meglio).

Più discutibile, invece, la riforma introdotta nella facoltà di storia della stessa università. Alle studentesse troppo emotive, infatti, è stata data la possibilità di sostituire il colloquio orale con i docenti a un test da casa in grado di "salvare" le ragazze dai propri sbalzi d'umore.

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Barbara Massaro