Sentenza matrimonio gay Corte Suprema USA
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L'impiegata Usa che fa obiezione di coscienza ai matrimonio gay

La donna si rifiuta di concedere le licenze matrimoniali alle coppie dello stesso sesso

E' lecito anteporre una sorta di obiezione di coscienza anche per i matrimoni gay? Seconda un'impiegata comunale del Kentucky sì. La donna, infatti, si rifiuta di fornire le licenze per le nozze tra persone dello stesso sesso nonostante la legge le permetta. "E' contro la voltontà di Dio" si difende la donna che risponde al nome di Kim Davis e dice di applicare i precetti biblici.

Negli ultimi due mesi l'impiegata ha rifiutato ben 4 licenze e gli attivisti per i diritti degli omosessuali sono sul piede di guerra. La cosa che fa ancora più arrabbiare è che la Signora ha alle spalle ben 3 matrimoni tutti registrati in Comune così come le sentenze di divorzio. Il primo sì Kim lo ha pronunciato nel 1994, il secondo nel 2006 e il terzo nel 2008. La Davis, inoltre, ha dato alla luce due gemelli dopo il primo divorzio, che sono stati cresciuti dal terzo marito, ma adottati dal secondo. 

La donna è accusata di interpretare la Bibbia in maniera selettiva e le coppie di aspiranti sposi gay non hanno intezione di mollare la presa visto che, come sancito dalla Suprema Corte degli Stati Uniti le nozze sono un diritto costituzionale a prescidere dal sesso degli sposi.

Pare che di fronte all'insistenza di una delle coppie respinte la Davis si sia barricata nel suo ufficio rifiutandosi di fare entrare la gente.

Una situazione al limite del paradosso di fronte alla quale il legale della donna ha detto: "I suoi matrimoni sono legati al passato, lei ora è diversa. La mia assistita pregherà e chiederà consiglio a Dio su cosa sia giusto o sbagliato. Ha paura che se concederà le licenze ai gay finirà all'inferno".

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Barbara Massaro