Gli amici si scelgono (anche) grazie alla grammatica
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Gli amici si scelgono (anche) grazie alla grammatica

Esiste un nesso tra linguistica e personalità. Più si conosce la lingua meno si è aperti verso gli errori altrui

E' possibile giudicare una persona dal suo livello linguistico? Dimostrarsi più o meno aperti e disponibili verso il prossimo a seconda della quantità di errori che vengono commessi scrivendo o parlando? La risposta è sì. Per lo meno è così per chi la propria lingua madre la conosce, la rispetta e la ama.

Le nuove prospettive del rapporto tra lingua e personalità sono state studiate da un gruppo di linguisti americani che ha sottoposto un centinaio di volontari a un test unico nel suo genere; lo studio è poi stato pubblicato su Plos One.

I professori Julie E. Boland, del dipartimento di Sociologia, e Robin Queen, del dipartimento di Linguistica, dell'Università del Michigan hanno inviato una mail a 83 persone nella quale si leggeva: "Grazie per la partecipazione. Ti faremo delle domande personali come età e sesso, sulle tue abitudini (quanto leggi? Quanto scrivi?) e su che tipo di persona sei. Devi rispondere sinceramente a tutte queste domande. Alcuni di voi potrebbero non trovarsi a proprio agio, in questo caso potete non partecipare allo studio. Potete decidere di non sottoporvi al test già da ora o durante gli step successivi. Nella seconda parte vi chiederemo di immaginare di essere uno studente al college che sta cercando un coinquilino. Riceverete 12 e-mail di candidati. Dopo aver letto ogni e-mail vi chiederemo di valutarli"

Le mail inviate per la ricerca degli inquilini erano di tre tipi: alcune corrette, altre con errori di grammatica e altre ancora con errori di battitura. Le reazioni alle lettere sono state più o meno costanti.

Più il livello culturale del destinatario della mail era elevato e la sua coscienza linguistico grammaticale sviluppata più l'aspirante inquilino ignorante veniva escluso dalla rosa dei papabili e vissuto in maniera negativa con una conseguente chiusura relazionale nei suoi confronti.

Le persone meno introverse, forse meno colte, ma più aperte e socievoli non nutrivano lo stesso astio nei confronti dell'errore che spesso non veniva neppure percepito.

Questo, però, non implica il fatto che i più istruiti siano i più chiusi e antipatici quanto piuttosto evidenzia una naturale disposizione d'animo a tutelare il sapere di fronte alla deriva moderna del linguaggio.

Era la prima volta che venivano studiati i nessi tra linguistica e personalità e nessuno, fino a ora, aveva analizzato quanto possa apparire stridente alle orecchie di una persona con un livello linguistico mediamente alto l'errore di grammatica.

Il linguaggio è vero che si evolve ed è vero che internet e i social network hanno impoverito prosa e sintassi, ma esistono ancora parecchi Don Chisciotte della lingua che tengono alto il baluardo della correttezza grammaticale.

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Barbara Massaro