Voglio fare la dj
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Voglio fare la dj

Party privati da New York a Miami, matrimoni aristo-chic, eventi esclusivi dei marchi del lusso: oggi la console è sempre più femmina. Art director dei locali e pierre della moda spiegano perché. E chi sono le più richieste

Produttrici, manager e ora anche dj. Dalle feste private dello Chateau Marmont di Los Angeles alla Boom Boom Room di New York, fino al Twist, il  locale più gay di Miami, alla console ormai si vedono quasi solo dj donne. E l’invasione rosa prende sempre più piede anche in Europa, da Londra a Parigi, fino ai locali di musica elettronica di Ibiza, territorio un tempo esclusivamente maschile. Cosa succede nel clubbing?

André Saraiva, proprietario del Baron di Parigi, locale esclusivo diventato marchio del divertimento che viene esportato per i party di contorno a grandi eventi, come Miami Art Basel o la Biennale di Venezia, racconta: "Non faccio distinzione di sesso, quando scelgo un dj. Se capita che siano donne, è solo perché sono le dj più brave in questo momento". Fair play, comunque qualche differenza c’è. "Di certo la donna in console è sexy, è un po’ la direttrice d’orchestra dei nostri tempi, ha una grande responsabilità e questo la rende ancora più interessante" conclude, ricordando la rivalità col club Silencio proprio a colpi di dj donne. L’anno scorso, per i party di Miami Art Basel, il Silencio aveva ingaggiato Alison Mosshart delle Kills, mentre Le Baron aveva risposto con la dj modella Leigh Lezark.

Che il movimento rosa delle console non sia un fuoco di paglia lo dice pure il fatto che molti marchi di moda italiani hanno scelto una dj come ambasciatrice. Carlo Mengucci, pierre di Alberta Ferretti, spiega: "Tra le prime dj italiane in cui la stilista ha creduto c’è l’attrice Asia Argento. Ogni suo evento era un successo, in tanti arrivavano solo per guardarla e poi si facevano coinvolgere. Ma ricordo un party a Cannes con il duo francese Les Putafranges, Cecile Togni e Mimi Xu, un altro grande successo".

E infine c’è il discografico che lanciò le Spice Girls negli anni 90, Ashley Newton, che ha indirizzato sua figlia Harley Viera verso la console, facendola diventare una delle dj più richieste.

In Italia, poi, c’è anche una vera nicchia, le dj di sangue nobile. Tra le più presenti in console ai party della moda (Fendi, Armani e Blumarine tra i tanti) e spesso al lavoro anche oltre confine c’è Scilla Ruffo di Calabria, principessa irrequieta e innamorata della musica. "In questa professione è importante saper leggere gli umori della folla. Noi donne abbiamo una sensibilità maggiore e capiamo in fretta quale sound sia il migliore per la serata" spiega. "Come si capisce se la serata funziona? Quando anche i camerieri ballano" conclude. Altra dj blasonata è la baronessa Nìcola Winspeare Guicciardi, resident alla terrazza Maison Moschino di Milano. Faceva la socialite, infelicemente. Poi la musica ha avuto la meglio.

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Annalia Venezia

Portatrice sana di occhiali, giornalista prestata alle ore piccole (o nottambula prestata al giornalismo?), da sei anni curo la rubrica Periscopio di Panorama. Dopo ogni festa, prima di addormentarmi, ripeto come un mantra la frase di Nietzsche «se scruterai a lungo nell’abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te» e ogni volta mi chiedo come abbia fatto a scriverla senza essere mai stato a un party della fashion week.

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