Matsuri Takahashi, morta di karoshi a 24 anni
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Il "tempo del lavoro" tra il troppo e il meno

Da una una parte c'è chi muore sfinito dagli straordinari e dall'altra chi ripensa gli orari lavorativi con soluzioni a basso impatto di stress

Quando lo "straordinario" diventa "ordinario" il meccanismo s'inceppa e genera mostri che assumono aspetti differenti a seconda del contesto. Bere un bicchiere di vino ogni tanto, o concedersi qualche strappo alla dieta è "straordinario", quando questo diventa "ordinario" si sviluppano dipendenze e malattie. Lo stesso accade col lavoro.

Karoshi, malati di lavoro

Se stare in ufficio qualche ora in più diventa un'abitudine e se a fine mese le ore in più arrivano a toccare quota 160 si è di fronte a un problema serio. Talmente serio che in Giappone la sindrome da eccesso di lavoroha un nome, karoshi, che porta sulla coscienza la morte di 2.310 persone tra il 2014 e il 2015, uccise dal troppo lavoro, stroncate da infarti, crisi respiratorie, collassi o dalla depressione che le conduce fino al suicidio.

L'ultima di cui si ha notizia (anche se la sua morte risale al 2013) è la giornalista trentunenne Miwa Sado. Dopo aver accumulato 159 ore di straordinario in un mese il suo cuore ha ceduto ed è stata stroncata da infarto. Lavorava per la televisione pubblica Nhk per la quale aveva seguito due campagne elettorali locali senza mai riposarsi. Dopo oltre tre anni di indagini è stata riconosciuta come causa di morte il karoshi.

Nel 2015 Matsuri Takahashi, una donna di 24 anni che lavorava per Dentsu, una grande agenzia pubblicitaria, si è suicidata la notte di Natale buttandosi dalla finestra del dormitorio per lavoratori dove riposava tra un turno e l'altro. Ma non basta: non bastano poche ore di sonno per riprendersi da giornate infinite.

Se le ore di lavoro medio dovrebbero essere circa 8 e in Giappone gli "straordinari" arrivano a quota 160 ore al mese vuol dire che ogni giorno e senza pause, un dipendente in media lavora tra le 12 e le 13 ore. Disumano. Cede il corpo, ma cedono prima lo spirito e l'umore diventati alieni dall'essere umano.

Le proposte per contrastare il karoshi

In Giappone si studiano metodi per evitare la sindrome da karoshi che letteralmente significa morte per sfinimento. Nhk, dopo la morte di Miwa Sado, ha deciso di spegnere le luci alle 22.00 impedendo, di fatto, ai lavoratori di restare in ufficio e il Governo nipponico sta studiando il Premium Friday per incoraggiare le compagnie a lasciare che, l'ultimo venerdì del mese, i lavoratori escano dall'ufficio non dopo le tre del pomeriggio.

Anche perché se il ceto produttivo lavora sostanzialmente tutto il giorno chi spende? Chi gode dei servizi? Chi muove l'economia? 

Le radici del fenomeno

Il tema dell'eccesso di lavoro in Giappone ha radici antiche che vanno ricercate negli anni '70 quando il lavoro era poco e mal pagato e i dipendenti si fermavano in ufficio volentieri per arrotondare la busta paga. Oggi le cose sono cambiate: spesso gli straordinari non vengono retribuiti e le aziende ci marciano puntando sulla cultura della dedizione al lavoro diffusa nella Nazione.

Stradicare il karoshi significa, infatti, cambiare il concetto stesso di lavoro così come inteso dalla mentalità nipponica dedita fino allo sfinimento al dovere.

Le nuove tendenze

Il troppo lavoro, per altro, è in controtendenza rispetto ad alcune moderne teorie che sottolineano come diminuire le ore in ufficio aumenti la produttività e favorisca un maggior rendimento da parte del dipendente. I lavoratori si ammalano di meno, hanno una migliore qualità della vita e un più alto tasso di concentrazione durante la giornata. Otto ore al giorno, ma anche sei e per cinque giorni la settimana in modo tale che la vita possa procedere anche oltre le quattro mura dell'ufficio

IBM era stata tra le prime aziende, a inizio anni '80, a sperimentare anche il lavoro da casa e nel 2009 l'annuale rapporto si vantava che "Il 40 per cento di circa 386.000 dipendenti IBM in 173 paesi non ha nessun ufficio". Si parlava di un risparmio di 58 milioni di metri quadrati di spazio per uffici per un guadagno di quasi 2 miliardi di dollari. Poi le cose sono cambiate e IBM ha rivisto le sue tesi in merito richiamando in sede migliaia di lavoratori a causa di un calo del 20% della produttività dovuto all'assenza d'interazione con i colleghi e alla mancanza di spirito di squadra. 

Le teorie sul mondo del lavoro, sui lavoratori e sul rapporto tra riposo e dovere si succedono dai tempi della rivoluzione industriale tra stakanovisti e fautori del "Lavorare meno, lavorare tutti" e ancora non si è arrivati alla quadratura del cerchio.

Quel che è certo è che morire a 30 anni di troppo lavoro come successo a Miwa Sado non dovrebbe più accadere in nessun angolo del pianeta. 

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Barbara Massaro