All'Islam non piacciono i Lego
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All'Islam non piacciono i Lego

Polemiche in Austria per il gioco dei mattoncini dedicato a Star  Wars,  con Jabba The Hutt che fuma narghilè e vive in un fortino-moschea  pieno  di armi

Alla fine è toccato alla Lego finire nel mirino delle proteste islamiche. Colpa di una Mecca di troppo, o meglio del Palazzo di Jabba. Si tratta delle riproduzione di una moschea, appunto, abitata da Jabba The Hutt, l'alieno dalla massa informe verdognola della saga di Star Wars comparso per la prima volta nell'episodio VI-Il ritorno dello Jedi. Proprio la nota e storica ditta di giocattoli per bambini ha creato di recente un modello dedicato a Star Wars, per bambini di età compresa tra i 9 e i 14 anni. Gioco andato a ruba, ma ora accusato apertamente di razzismo anti-islamico, tanto da aver spinto l'azienda svedese produttrice di "mattoncini" a ritirare questo modello dal commercio.

Tutto è iniziato lo scorso gennaio, quando un cittadino austriaco, di fede musulmana, è rimasto sbalordito (e infastidito) nel vedere che al figlio era stato regalato proprio il gioco Lego dedicato alla saga di George Lucas. A far infuriare l'uomo è stato in particolare scoprire che il personaggio di Jabba The Hutt viveva in un castello del tutto simile ad una moschea e precisamente a quella di Istambul di Hagia Sophia, dotato di un cupolone orientale, ma soprattutto fornito di armi di ogni genere, da razzi a mitragliatrici. Non solo. All'interno del fortino era tenuta prigioniera la Principessa Leia, con tanto di catene, come fosse la sua schiava personale. Troppo facile e immediato l'accostamento alla cultura islamica e al posto che in essa è riservato alle donne.

L'ira del padre austriaco si è presto estesa all'intera comunità musulmana austriaca, tanto che il portavoce dell'Associazione culturale turca austriaca, Melissa Gunes, ha dichiarato all'Indipendent: "Questo genere di prodotti non può essere presente nella camera da letto di un bambino". "Per noi - ha rincarato la dose la comunità islamica locale - il gioco è una sorta di dinamite pedagogica. Rappresenta i musulmani come terorristi". Ad irritare ancora di più, poi, è stata la stessa immagine di Jabba The Hutt, che nel gioco fuma narghilè e non esita ad usare le armi per uccidere. Tanto è bastato a convincere la Lego a ritirare il prodotto dal commercio, a partire però dal 2014. Una decisione maturata dopo un incontro a Monaco di Baviera tra i dirigenti della ditta svedese e i rappresentanti della comunità musulmana turca in Austria.

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Eleonora Lorusso