La storia di Jahed e Sean, primi sposi gay musulmani
Il matrimonio è stato celebrato in Inghilterra e gli sposi hanno sfidato rabbia e anatemi famigliari per coronare il proprio sogno
Jahed Choudhury e Sean Rogan si sono detti sì in Inghilterra e il loro matrimonio è il primo della storia per una coppia gay di religione musulmana.
Mani dipinte con l'henné in segno di buon augurio e abiti della tradizione del Bangladesh, Jahed e Sean per arrivare al giorno delle nozze hanno sfidato le famiglie d'origine, la loro religione e l'intera comunità islamica.
Una storia difficile
A raccontare la storia di un amore sofferto e coraggioso è stato Jahed che, al magazine Express & Star ha rivelato alcuni dettagli del suo passato. "La gente - ha detto - mi sputava addosso mi chiamava maiale e 'harum' – uno degli insulti più pesanti per la mia lingua".
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Omofobia, bullismo, odio e disprezzo hanno caratterizzato l'adolescenza di Jahed, originario del Bangladesh. Bandito dalla moschea ha perfino accettato di seguire - invano - una terapia per "correggersi" al termine della quale ha tentato il suicidio.
L'incontro con Sean
Poi l'incontro con Sean e la fine dell'incubo con la costruzione di una relazione difficile, ma solida. Dopo due anni di convivenza Choudhury ha chiesto a suo marito di sposarlo e lui ha detto sì.
Al rito - celebrato a Wallsall nella zona delle Midlands occidentali in Inghilterra - i due innamorati erano da soli: le rispettive famiglie li hanno allontanati, ma ora loro non hanno più paura: "Voglio mostrare alla gente che non mi interessa - ha spiegato Jahed - la mia famiglia non ha voluto partecipare al matrimonio non hanno voluto vedermi, per loro è imbarazzante.
Pensano sia una malattia, pensano che possa essere curata, pensano sia una fame. Vorrei dire alle persone che stanno attraversando le stesse cose che ho attraversato io: va bene, mostreremo al mondo che puoi essere gay e musulmano. Essere gay non è sbagliato, non è una fase".