In traghetto con i cani senza però i servizi necessari
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In traghetto con i cani senza però i servizi necessari

Il racconto di chi da Genova ad Olbia ha dovuto convivere con i passaggeri a quattro zampe

Di Giorgio Sturlese Tosi

In Italia, è risaputo, gli animali domestici, non godono di agevolazioni. Soprattutto quando si tratta di viaggiare. Se di recente Trenitalia ha aperto qualche vagone ai nostri amici a quattro zampe, troppo resta da fare nel settore aereo e marittimo. E nonostante le campagne contro l’abbandono di Fido nei mesi estivi, poco o niente viene fatto per rendere più facile la vita di chi ha deciso di fare le vacanze con cani o gatti.

Uno dei casi più problematici riguarda la Sardegna. I traghetti delle principali compagnie di navigazione offrono, a pagamento, di trasportare gli animali. Ma destinano loro delle gabbie anguste e sporche, accatastate una sopra l’altra, posizionate nei locali accanto ai fumaioli, dove il calore e il rumore sono insopportabili. Dopo lunga ricerca si scopre però che una delle più importanti società di traghetti offre, sempre a pagamento, la possibilità di tenere il cane, o il gatto, nella propria cabina. Gran gesto di civiltà. Peccato che in realtà quei mastodontici traghetti che solcano il mare non abbiano previsto alcun servizio ad hoc.

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Così che i proprietari, imbarazzati, debbano vergognarsi e si nascondano come clandestini. Sul traghetto di una di queste compagnie, salpato da Genova il 3 agosto, con destinazione Olbia, i passeggeri erano centinaia. Tra loro una ventina di cani, quasi tutti simpatici e mansueti  golden retriever o labrador. All’imbarco, come giusto, ai cani erano riservate scale apposite. Ed erano vietati gli spazi comuni, come ristoranti, hall, ponti e corridoi di passaggio. Peccato però che il ponte destinato alla “sgambatura”, e alle inevitabili deiezioni, fosse una zona di passaggio, con intere famiglie costrette a camminare calpestando maleodoranti pozzanghere di urina, o peggio. Nessuna area cani delimitata né pompe o almeno secchi per lavare fiumi giallastri, come pure nessuna ciotola per farli abbeverare. Al mattino, prima di sbarcare, i proprietari si affrettavano a lasciare le cabine con gli animali al guinzaglio per raggiungere la latrina a cielo aperto. Un percorso che non poteva escludere quegli spazi dove sarebbe interdetto il loro passaggio. E qualche ospite a quattro zampe, con la vescica debole, non ha resistito.

Nessuno però, del personale di bordo, ha ritenuto di lavare quella chiazza che in pochi attimi è stata calpestata da chi si riversava al bar per fare colazione. Chi ama e possiede un animale provvede alla sua pulizia. ma poco può fare se nella cabina dog friendly c’è la moquette. Con le pelose tracce di passaggi di cani di altre razze e colori, dove altri passeggeri si spoglieranno per mettersi a dormire. Così, quando tutti sono scesi, cani e padroni si sono guardati negli occhi, con uno sguardo triste ed imbarazzato. E la decisione condivisa di non ripetere più quell’esperienza bestiale.

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