Il terzo grado - Ensi
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Ensi

"Mai fidarsi di chi mangia male. Io sono un buongustaio" svela il rapper e freestyler in questa intervista in cui racconta alcuni lati inediti del suo carattere

NOME: Jari Ivan Vella in arte Ensi 

CHI E’: rapper e freestyler

COSA FA: dall’8 maggio sarà uno dei giurati di MTV Spit (mercoledì ore 23 su MTV), lo show condotto da Marracash dedicato alle rap battles italiane di cui ha vinto la prima edizione: con lui in giuria Max Pezzali, Morgan e Paola Zukar. Il 17 maggio parteciperà insieme ai Motel Connection al Red Bull Double Trouble di Catania.

DICE DI SE’: “Prima di salire sul palco o di pubblicare un mio video mi sono sentito in dovere di raggiungere un determinato livello, con lo studio, la pratica e l'amore che nutro verso questa musica. In generale è meglio non farti vedere a tutti i costi, piuttosto puntare a farti trovare dagli altri”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Direi nell’arte dell’improvvisazione: sul palco, e credo di averlo dimostrato, ma anche nella vita. Invece non sono per niente brano nello stirare.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotato, quale attività sceglieresti?

Penso nel breaking: i ballerini di breakdance mi fanno impazzire e mi piacerebbe essere così bravo poter partecipare al Battle of the Year (il contest di breakdance più famoso al mondo, ndr) e vincerlo. Non mi dispiacerebbe avere talento anche come dj.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

No, m’imbarazza molto. Però se è una cosa intima, magari fatta in una piccola festa in famiglia, non mi dispiace. Per evitare, negli ultimi anni ho preferito organizzare grandi party alcolici con gli amici.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Non piango mai…perché i veri rapper non piangono mai (dice ironico).

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Ho un paio di trofei vinti quando giocavo a rugby. Le pagelle non saprei, ma conservo ancora il libretto delle giustificazioni dell’ultimo anno di superiori, quando potevo firmarmele da solo: ce ne sono alcune assurde e prima o poi le metterò su Facebook.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Mai fidarsi di chi mangia male. Io sono un buongustaio e anche quando sono a dieta cerco di mangiare saporito. Poi mio papà è pasticcere e mia madre fa un’ottima cucina perciò a casa mia si è sempre mangiato molto bene: anche l’insalata dev’essere gustosa.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Sì, assolutamente.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

In egual misura. Ho conosciuto molte persone “regolari”, che poi per tante ragioni non ho più incontrato, e altre più strambe di cui conservo qualche ricordo e ogni tanto mi chiedo che fine abbiano fatto.

Sai mentire?

Sì, ma a tempo determinato. Nel senso che reggo la bugia per poco tempo poi perdo i pezzi e mi dimentico. Forse perché sono una persona di cuore e mentire non mi piace troppo: preferisco affrontare le situazioni, anche quando capita di commettere errori.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Da fare perché aiutano a formare il carattere, soprattutto quando si è più piccoli. Io, nonostante la mole, ho giocato a rugby e ho fatto l’allenatore divertendomi sempre un sacco. Oggi cerco di andare a correre quando posso e gioco a calcetto con gli amici.

Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?

Assolutamente sì. Bisogna buttarsi e rischiare: questo l’ho imparato sia col rugby che con il rap. Dare sempre il massimo nella vita, anche a costo di rischiare e sbagliare.

Qual è la tua torta preferita?

Senza dubbio la cassata.

Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?

Ho un’ottima memoria fotografica perciò mi ricordo tutto. Sono un buon archivista.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Spero di sì. Prima di fare questo mestiere ho viaggiato molto per lavoro e un po’ mi manca. Vorrei andare in Oriente, in particolare in Cina, Giappone e Tailandia.

Sarai più felice in futuro?

Spero di essere sempre più felice o che ci siano tanti altri momenti di felicità come quelli che ho vissuto finora. E’ un augurio che mi faccio.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino