Il libro di Pippa Middleton, le scarpe di Natalie Portman, il ristorante di Britney Spears: anche le star fanno flop
Getty Images
Lifestyle

Il libro di Pippa Middleton, le scarpe di Natalie Portman, il ristorante di Britney Spears: anche le star fanno flop

Ma anche i fallimenti di Jennifer Lopez, Hulk Hogan e Kim Basinger - Le richieste folli dei vip

Pippa Middleton, sorella minore della Duchessa di Cambridge, deve probabilmente accantonare il sogno di diventare la nuova J.K. Rowling: in una settimana il suo libro d'esordio Celebrate, una sorta di manuale per organizzare il party perfetto, ha venduto la miseria di 4mila copie. In quanto flop, la giovane Middleton è però in buona compagnia: in passato altre celebrità hanno tentato la via del successo imprenditoriale, andando a sbattere contro il muro del fallimento. Qualche nome? Natalie Portman, Britney Spears, Jennifer Lopez, Hulk Hogan, Kim Basinger.

Ma soffermiamoci un istante su Pippa. La sua opera enciclopedica (416 pagine di "consigli personali, ricette preferite e utili idee decorative") era stata lanciata in pompa magna dal colosso editoriale Penguin, così sicuro di aver tra le mani un futuro bestseller da anticipare all'autrice la modica cifra di 400mila sterline. A volte, però, i conti non tornano, e nonostante la faraonica campagna pubblicitaria il libro ha raccolto finora ben pochi estimatori, tanto che diversi critici lo hanno bollato come una raccolta di "ovvietà".

D'altra parte non tutti possiedono la stoffa di Philip Roth. Due esempi su tutti: l'autobiografia del calciatore Wayne Rooney (solo 6mila copie vendute ) e l'omaggio alla paternità di Alec Baldwin (A Promise to Ourselves. A Journey Through Fatherhood), che ha 'stregato' la bellezza di 12 persone.

Ma anche al di fuori del campo letterario, sono diversi i casi di celebrità il cui fiuto per gli affari ha fatto decisamente cilecca. Prendiamo Natalie Portman: nel 2008 si improvvisa fashion designer e in collaborazione con lo store Té Casan disegna una collezione di scarpe vegane, al 100% prive di pelli animali. L'operazione naufraga nel giro di pochi mesi e la raffinata linea di calzature (200 dollari al paio) finisce in liquidazione insieme a tutto il negozio Tè Casan. Insomma, poteva andare meglio.

Altra star ad aver toppato è stata Britney Spears, che nel luglio 2002 inaugura a New York il ristorante Nyla, per poi chiuderlo di fretta e furia nel dicembre del medesimo anno. Il motivo? Servizio scandente, cibo pessimo e condizioni igienico-sanitarie alquanto rivedibili: roba da far andare fuori di testa il guru delle cucine Gordon Ramsey.

In quanto a flop, impossibile poi non citare Jennifer Lopez, la cui passione per il business non ha sempre portato i risultati sperati. Per intenderci: il suo costoso ristorante latino, il Madre, ha chiuso nel 2008 dopo sei anni di ingloriosa attività, mentre le personalissime linee di abbigliamento JLO, JustSweet e Sweetface, sono finite nell'album dei ricordi a causa della scarsa redditività.

Nella gotha dei Re Mida al contrario entra senza dubbio anche Hulk Hogan, che nel 1995 vede fallire il suo fast-food Pastamania dopo neanche un anno di vita, nonostante il menù fosse ricco di fantasiose (e chissà quanto gustose) portate denominate Hulk-U o Hulk-e-Roos.

Ma l'Oscar dello sfondone spetta probabilmente a Kim Basinger, che, ansiosa di investire nel mattone, nel 1989 decide di comprare la città di Braselton, in Georgia, sborsando la somma poco simbolica di 20 milioni di dollari. Il sogno di creare un meta turistica con annesso festival del cinema si rivela però utopico e nel 1993 la ridente cittadina finisce all'asta per un milione di dollari.

I più letti

avatar-icon

Davide Decaroli