Hulk Hogan: "Non sono razzista"
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Hulk Hogan: "Non sono razzista"

Il campione di wrestling sta ancora pagando a caro prezzo gli insulti razzisti del famoso sex tape

Hulk Hogan non riesce a voltare pagina. Da quando, nel 2012, il campione di wrestling aveva detto che mai avrebbe voluto vedere la figlia Brooke assieme ad un afro-americano definito "negro" il marchio di "razzista" si è impresso sulla sua pelle.

Le parole venivano scandite durante il famoso sex tape che vedeva il campione impegnato in ben altro ring. Più del sesso aveva scandalizzato l'America il razzismo di Hogan tanto che la WWE, la potente associazione che disciplina il wrestling, ha troncato i rapporti con la star in seguito allo scoppio dello scandalo.

Da allora il biondissimo Hulk ha cercato di togliersi quel marchio chiedendo scusa e ripetendo di non essere razzista, ma fino ad oggi non è stato abbastanza. Così la star è tornata sulla vicenda nel corso del programma televisivo Good Morning America. "Volevo uccidermi - ha spiegato a proposito dello scandalo - Ma non sono razzista".

Il 2012, quando è stato realizzato il filmino hard, Hogan, al secolo Terry Gene Bollea, lo ricorda come il periodo peggiore della sua vita. Per giustificare le sue parole Hulk ha citato l'infanzia difficile vissuta in un brutto quartiere di Tampa, in Florida. "Non avrei mai dovuto dire quello che ho detto. Ho sbagliato e ne sono imbarazzato. Le persone devono capire che talvolta si ereditano cose dall'ambiente che ti circonda. A Tampa, dove sono cresciuto, vivevo in un quartiere difficile, con molta povertà. I miei amici usavamo quella parola per salutarci. La usavamo come niente fosse".

E poi, quasi in lacrime ha detto: "Vi prego perdonatemi, sono un tipo a posto". Ma se la sua carriera non fosse a rischio, avrebbe davvero chiesto scusa?

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Barbara Massaro