Sandra Milo: "Nel 1981 sono stata violentata"
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Sandra Milo: "Nel 1981 sono stata violentata"

Solo ora l'attrice ha deciso di rendere pubblico l'episodio che l'ha segnata in maniera indelebile

Sono dichiarazioni choc quelle fatte da Sandra Milo al settimanale DiPiù. L'attrice ottantunenne ha rivelato, infatti, di aver subito un feroce stupro nel 1981. Sono passati più di trent'anni da allora, ma il trauma subito è rimasto indelebile nel cuore della donna. Insieme al dolore per la violenza si aggiunge anche il rimpianto di non aver mai avuto il coraggio di denunciare il criminale che ha violato il suo corpo.

"Allora - ha spiegato Milo - le donne che subivano violenza era come se se la fossero cercata". Un trauma  che ancora adesso l'anziana attrice fa fatica a ricordare senza scoppiare in lacrime e anche durante l'intervista a DiPiù spesso si è interrotta per asciugarsi le lacrime. 

Era il 1981 e Sandra Milo stava separandosi Ottavio De Lollis. L'attrice era tornata a lavorare dopo un lungo periodo di stop imposto dal marito che la voleva "solo" moglie e mamma. Una sera Sandra era sul treno che da Roma l'avrebbe portata a Torino dove la aspettavano per recitare in radio una parte nel dramma di Ibsen Casa di Bambola. Durante il tragitto si è addormentata e il risveglio è stato davvero sconvolgente:

"Ho sentito un peso enorme che mi schiacciava il viso - ha ricordato - ho aperto gli occhi e mi sono accorta con terrore che era la mano di un uomo premuta sulla mia bocca. Ho sentito l'altra mano di quell'uomo alzarmi il vestito e poi torcermi un braccio, per immobilizzarmi. Mi ha strappato il vestito e ha messo le sue ginocchia tra le mie gambe, per costringermi ad aprirle. Con quella mano premuta sul viso non potevo gridare: ho cercato di divincolarmi, ma quell'uomo mi ha picchiato, con ferocia. Il naso e la bocca hanno cominciato a sanguinarmi, mentre lui faceva tutto quello che voleva: mi usava, mi trattava come una cosa. Una sensazione orrenda".

Sandra Milo ricorda bene il volto dell'uomo che aveva i capelli rossi e portava la divisa da capotreno, però allora ha deciso di non denunciarlo e ora ammette che quello è stato un errore. "Avevo paura che si venisse a sapere tutto, che i giornali scrivessero: "Stuprata Sandra Milo". L'idea che milioni di uomini potessero immaginare quella scena era insopportabile per me. Mi sarebbe sembrato di essere violentata milioni di volte. Anche se non fossi stata famosa, però, non avrei denunciato comunque il mio aggressore. Il mio è stato un errore, ora lo capisco. Ma, nella mentalità dell'epoca, se una donna veniva violentata tutti pensavano: 'Se l'è cercata!'. Le donne che osavano denunciare uno stupro, in quegli anni, subivano interrogatori orrendi, come se fossero state loro sotto processo: 'Ma lei come era vestita? Aveva la gonna corta?', si sentivano chiedere. Adesso per fortuna le cose sono cambiate. Io fino a due anni fa, tra le altre ripercussioni psicologiche che ho vissuto da allora, mi rifiutavo di prendere il treno. Comunque decisi di tacere e solo molti anni dopo riuscì ai confidarmi perfino coi miei cari".

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Barbara Pepi