Kelly Preston e John Travolta, rotto il silenzio sulla morte del figlio Jett
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Kelly Preston e John Travolta, rotto il silenzio sulla morte del figlio Jett

La moglie dell'attore americano torna a parlare del figlio autistico, tragicamente scomparso nel 2009 - John Travolta, Kelly Preston e altre coppie sopravvissute agli scandali sexy

La moglie di John Travolta, Kelly Preston, è tornata a parlare pubblicamente del figlio Jett, morto nel 2009 mentre era in vacanza con la famiglia. Nella trasmissione The Doctor, andata in onda ieri sera sul canale CBS, l'attrice cinquantenne ha infatti discusso di autismo e di come questa sindrome abbia inciso sulla scomparsa del ragazzo allora sedicenne.

Per chi non fosse a conoscenza della vicenda, ecco un breve riassunto. Tre anni fa, mentre la famiglia Travolta si trovava alle Bahamas per concedersi un po' di relax, il primogenito Jett perse la vita sbattendo la testa contro la vasca da bagno (all'epoca si parlò di un attacco cardiaco o di una convulsione epilettica). Prima di quel tragico incidente, il giovane era stato al centro di alcune odiose polemiche: papà John Travolta non amava ammettere che il figlio fosse autistico, e tale atteggiamento aveva scatenato parecchie critiche da parte dei media.

Dopo lungo tempo, ci ha pensato quindi mamma Kelly a far luce sulla vicenda, dichiarando: "Non credete alla maggior parte delle cose che hanno scritto. Jett era autistico. Soffriva di attacchi epilettici e quando era molto piccolo aveva la sindrome di Kawasaki ".

Nell'intervista l'attrice ha esternato la propria convinzione che a causare la malattia del figlio sia stato un insieme di fattori, tra cui l'uso di antibiotici durante il periodo dell'allattamento. Questi avrebbero infatti scatenato un'infezione micotica ("Gli era venuto il mughetto"), che alcuni studi collegano con la sindrome autistica.

La Preston, da sempre impegnata per la salute dei bambini, ha voluto poi sottolineare i benefici di un'alimentazione biologica, in quanto crede che l'uso di pesticidi e sostanze chimiche nei prodotti di consumo possa contribuire in modo significativo a innalzare il tasso di disturbi dello spettro autistico (DSA).

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Redazione