Kate Moss in topless: come mai a 38 anni è ancora un'icona fashion?
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Kate Moss in topless: come mai a 38 anni è ancora un'icona fashion?

Contano bellezza e personalità, ma forse la marcia in più è il suo lato oscuro

Difficile dire cosa trasformi una donna in un'icona della moda e della bellezza, più facile concordare sul fatto che Kate Moss ne è una rappresentante autorevole. E a 38 anni può posare in topless per un servizio contenuto nel numero di dicembre di Vogue (edizione spagnola) senza produrre alzate di sopracciglia. Qual è il segreto che ne sta facendo una modella senza tempo?

Si dirà che essere fotografate da un pezzo grosso come Mario Testino aiuta, così come gli eventuali ritocchi di Photoshop. L'argomentazione però non regge, se consideriamo che questo trattamento è comune a tutte le colleghe.

Anzi, nel suo caso rema contro l'età: spulciando nel gruppo degli Angeli di Victoria's Secret, per dire, si scopre che il grosso delle ragazze staziona intorno ai 25 anni e che le più vecchie ne hanno 31, come le superstar Adriana Lima e Alessandra Ambrosio. Più in linea con gli anni di Kate Moss è la 42enne Naomi Campbell, la cui carriera è però in zona pensione.

E allora? Beh, facendo la tara rispetto alla concorrenza (la gente normale vive in un altro universo), un primo elemento distintivo è la sua bellezza imperfetta. Vedi ad esempio la dentatura, oppure le rughette e le piccole smagliature quasi ostentate negli ultimi anni: in un mondo di superbelle, esserlo in modo particolare ha un suo peso, perché ti rende riconoscibile e di conseguenza dà una forte caratterizzazione ai prodotti di cui sei testimonial. Inoltre, come sottolinea Angela Buttolph nel libro Kate Moss Style , questo contribuisce a farne "un raro esempio di sincerità in un mondo dominato dalla falsità e dal ritocco".

Non è forse un caso, dunque, che quando il sito style.com la inserì nella top 10 delle icone fashion per il decennio 2000-2010, ciò che venne considerato inimitabile fu il suo atteggiamento, nei confronti della moda come della vita. Quello cioè che le consente di "indossare jeans attillati, stivaletti, giacca sgualcita e sembrare in tutto e per tutto una donna da nove milioni di dollari" (tanto vengono stimati i suoi compensi annuali da Forbes nel 2007).

In qualche modo, il giudizio di style.com riverbera ciò che di Kate Moss disse Corinne Day, colei che la lanciò nel mondo della moda quando aveva 16 anni, grazie a un servizio fotografico per il magazine The Face (era il 1990). La fotografa descrisse i suoi scatti come "ruvido realismo" e "grunge": le stesse caratteristiche che la imposero come qualcosa di diverso dalla bellezza delle top model di allora (Cindy Crawford, Elle Macpherson, Claudia Schiffer, Naomi Campbell) e che anni più tardi saranno celebrate da style.com.

Forse proprio questo ha consentito a Kate Moss di attraversare polemiche e scandali senza che la sua carriera ne risentisse troppo. Due i casi più celebri. Il primo nel 1997, quando l'allora presidente Bill Clinton criticò il trend smagrito e tossico utilizzato da Calvin Klein e che aveva nella Moss il testimonial principale. Ripercussioni sul lavoro: nessuna, tranne la necessità di ribadire a più riprese "non sono anoressica".

Ancora più eclatante quel che successe a settembre del 2005, quando il Daily Mirror spiattellò in prima pagina le foto di lei che tirava cocaina. Al tempo era la compagna del cantante Pete Doherty e pare che insieme sniffassero più polvere bianca di un aspirapolvere. Le rivelazioni del magazine portarono alla cancellazione dei contratti con H&M, Chanel e Burberry, ma non rasero al suolo la sua carriera: rimasero intatti i rapporti di lavoro con Dior e Kate Moss conquistò comunque una serie di copertine. Venne pure difesa a spada tratta da alcuni stilisti (Alexander McQueen e Stella Vine) e anche dal suo ex compagno, Johnny Depp.
Meno di un anno più tardi firmò la bellezza di 18 contratti come top model per le collezioni autunno/inverno del 2006. Insieme a marchi come Rimmel, Agent Provocateur e Calvin Klein Jeans, c'era pure Burberry, tornato all'ovile in fretta a furia.

La sua "resurrezione" non fu esente da critiche: per esempio, nell'aprile del 2007 sul Daily Mail l'editorialista britannico Peter Hitchens sentenziò che il ritorno sulla cresta dell'onda era il sintomo del declino morale e culturale della società. Cedendo al pessimismo (o al realismo?) si potrebbe sostenere che, accanto alla bellezza imperfetta e alla personalità, giochi in suo favore anche il fatto di potersi ergere a simbolo dei nostri tempi. Che sia insomma in carne e ossa ciò che fu solo accennato, in modo superficiale e patinato, dal Victoria's Secret Fashion Show 2010, quando venne portata in passerella la dicotomia fra angeli e diavoli.

Meglio di quelle bellissime colleghe, Kate Moss potrebbe essere la figlia (bellissima) della nostra epoca. Che poi questo sia lodevole o meno resta un discorso aperto, ma che non sembra toccare le logiche commerciali e iconografiche di cui continua a essere protagonista.

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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