Il terzo grado - Michela Andreozzi
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Michela Andreozzi

Intervista all'attrice, a teatro con lo spettacolo Maledetto Peter Pan. In primavera tornerà sul palco di Colorado

NOME: Michela Andreozzi

CHI E’: attrice e autrice televisiva

COSA FA: è in scena fino al 16 marzo al Teatro Sette di Roma con lo spettacolo Maledetto Peter Pan, progetto tutto al femminile a metà tra commedia, stand-up e un monologo, in cui la protagonista porta in scena tutti i personaggi. Per il cinema ha appena girato Pane e Burlesque (di cui firma anche la co-sceneggiatura), ed è sul set di Io e mio fratellocon Luca Argentero e Raoul Bova. Sarà anche una delle protagoniste della prossima stagione di Colorado su Italia1.

DICE DI SE’: “Sono super ironica. Una bella attitudine che ti salva la vita ma, per esempio, con gli uomini non aiuta. Detto tra noi, detestano le donne troppo spiritose”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Direi che ho una certa dimestichezza con quello che faccio già e penso di avere un certo talento nella scrittura. Bravissima a mettere in ordine, sfortunatamente non ho nessun talento per la cucina. Sono perciò drammaticamente fuori moda.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Suonare uno strumento musicale. Anzi tutti, a 'sto punto. Oppure sapere parlare tutte le lingue: ho una certa attitudine all’apprendimento, ma sono pigra.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Quando me lo cantano i miei nipoti piccoli piccoli e sgrammaticati.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Non ho pianto per anni, ero convinta di essere forte. Poi con la maturità mi sono ammorbidita e piango come una fontana anche sui cartoni animati. Tuttavia credo di essere l'unica che conosco in grado di piangere quando Mr. Magoo si trova in pericolo.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d'infanzia?

Ha tutto mia madre, accanto ai premi che ho preso come attrice. Inquietante, vero?

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Meno. Tuttavia io vado sulla quantità. Mi fido di chi mangia come se non avesse un futuro. Né un punto vita.

Puoi dire con certezza di aver amato?

ASSOLUTAMENTE. Lo sto facendo in questo istante.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Io sono la persona più stramba che ho conosciuto. Comunque sì, mi sono posta domande sulla fine di alcuni personaggi, anche se con i social network li ho ritrovati quasi tutti. Compresi quelli da cui volevo fuggire.

Sai mentire?

L’ho fatto già due volte dall'inizio dell'intervista.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Mi piacciono solo gli sport passivi. Tipo i massaggi. Scherzo, faccio gyrotonic e quando c'è il sole, corro. Ma solo perché mi piace il sole.

Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?

Gioco sempre, da dura e da morbida.

Qual è la tua torta preferita?

Il Mont Blanc! Anzi, ora la vado a comprare.

Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?

Una filologa romanza proprio.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Si si e si! Prenotati da tempo! Non mi hai chiesto “dove”, mi hai chiesto chiesto “se” (dice ridendo)

Sarai più felice in futuro?

Solo se resterò felice come lo sono ora.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino