Il terzo grado - Luca Seta
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Luca Seta

L'attore nel 2014 sarà tra i protagonisti della fiction Don Matteo e della sit com Funk-azzisti

NOME: Luca Seta

CHI E’: attore e cantante

COSA FA: ha appena pubblicato il suo primo album, In viaggio con Kerouac (edito dalla Togu Music, arrangiato da Gabriele Buonasorte e prodotto da Gianni Barone), che segna il suo esordio come cantautore. Fino al 2012 è stato uno dei protagonisti di Un posto al sole: nel 2014 sarà nel cast della fiction Funk-azzisti e in Don Matteo 9 con Terence Hill.

DICE DI SE’: “Per me la parola metodo non ha molto a che fare con lo scrivere canzoni o lo scrivere in generale. Lo faccio di getto, quando arriva mi lascio attraversare da questo fiume di parole, note ed emozioni che cerco immediatamente di riportare sulla carta…E’ l’unico modo che conosco. Se decido di scrivere razionalmente di solito vengono fuori cose orribili!”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Direi che ho talento nell’essere un buon ascoltatore: molti parlano, pochi sanno davvero ascoltare. Non ho per niente talento nel sistemare le valigie e, in generale, gli armadi: sono disordinatissimo.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotato, quale attività sceglieresti?

Ecco, proprio di una magia avrei bisogno per diventare ordinato. Sul lavoro sono maniacale – e tendo all’esagerazione – mentre nella privato sono un disordinato cronico a tal punto che inizio ad infastidirmi da solo: invidio moltissimo le persone ordinate, ecco.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Non mi ricordo quando sia capitato l’ultima volta, ma sì, mi piace.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Piango e anche in maniera rumorosa, tanto che spesso i vicini di poltrona mi lancia occhiatacce. Dipende molto dal periodo, ma quando un film ti tocca delle corde intime o rievoca qualcosa del vissuto, è difficile trattenere la lacrima.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Oddio, spero che mia madre non abbia conservato nessuna delle pagelle perché ero un pessimo studente. Però credo che da qualche parte ci siano ancora delle coppe e qualche medaglia di quando da piccolo giocavo a basket.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Il cibo insapore evoca tristezza e grigiume. Amo mangiare bene, ma senza esagerare, e mi piacciono le donne che mangiano: quelle da insalatina, consiglio a tutti di evitarle (ride).

Puoi dire con certezza di aver amato?

Direi che mi si è frantumato il cuore almeno un paio di volte, dunque sì, senza dubbio!

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Beh, prima bisognerebbe riuscire prima a incasellare davvero tra i ‘normali’: in fondo siamo tutti un po’ strambi. Però i tipi ‘strani’ da qualche anno mi attirano di meno.

Sai mentire?

No, non ne ho voglia: soprattutto sulle cose importanti non mi piace mentire e non mi piace chi mente. Ho un forte senso della verità.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Assolutamente da fare. Sono la mia droga e mi aiutano a stare meglio sia fisicamente che da un punto di vista psicologico. Mi piace arrampicare in montagna e ultimamente ho scoperto il kitesurf: adoro gli sport da “aria sulla faccia”, sono galvanizzanti. In tivù invece guardo solo le partite dell’Inter e della Nazionale.

Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?

Diciamo che non mollo e ce la metto tutta. Ma non sono uno di quelli iper competitivi: piuttosto sono molto esigente con me stesso e preferisco sfidarmi che gareggiare con gli altri.

Qual è la tua torta preferita?

Posso dirne due? La crostata con la frutta di mia mamma e il tiramisù di mia sorella: se la giocano ad armi pari.

Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?

(ride) Qui viene fuori la dicotomia del mio segno zodiacale, i Gemelli. E’ come se mi scindessi in due: nella vita privata ricordo quello che m’interessa (dice ridendo), sul palco invece ho una gran memoria.

Il prossimo farai viaggi significativi?

Beh spero di farne molti perché vorrebbe dire che c’è tanto lavoro e tante serate dove suonare dal vivo il mio disco. Però considero questo mestiere un grande viaggio, per dirla alla Kerouac: è iniziato tanti anni fa e spero prosegua a lungo.

Sarai più felice in futuro?

Sono discretamente felice e mi accontenterei di esserlo anche in futuro. Poi se ne arriva una dose ancora più massiccia la accolgo a braccia aperte.

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Francesco Canino