Il terzo grado - Cristina Parodi
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Il terzo grado - Cristina Parodi

In coppia con Al Bano, la giornalista condurrà su Rai Uno le quattro puntate della prima edizione di Così lontani così vicini

NOME: Cristina Parodi

CHI E’: giornalista e conduttrice televisiva

COSA FA: questa sera fa il suo esordio come conduttrice su Rai Uno: al via alle 21 e 30 la prima edizione di Così lontani così vicini, assieme ad Al Bano Carrisi: il nuovo programma è ispirato ad un format olandese di emozione e intrattenimento intitolato Find My Family.

DICE DI SE’: “Io sono così: una donna positiva, lavoro, non rompo le balle. Ma non chiamatemi ‘perfettina’, in realtà faccio un sacco di pasticci. Ho anche avuto momenti di trasgressione nella mia vita: da adolescente, volevo fare la cantante rock”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Sono brava ad ascoltare: per me è una grande attitudine. Ho talento nei parcheggi e non ho per nulla talento nella cucina: ma del resto in famiglia basta e avanza Benedetta (dice ridendo).

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Beh, se domani mattina mi svegliassi con la voce meravigliosa di Giorgia, non mi dispiacerebbe affatto.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Sì perché no. In generale mi piace essere festeggiata, anche se non ho mai organizzato grandi festoni per il mio compleanno.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Piango sempre, nemmeno avessi le lacrime in tasca. Mi commuovo perché sono molto passionale: ad esempio, quando mi hanno proposto di condurre Così lontani così vicini, ho pianto un sacco guardando il format originale che è ricco di emozioni trattate con estrema delicatezza. In generale non mi rispecchio quando mi definiscono – spesso senza conoscermi - una persona fredda: piuttosto sono timida e riservata, ma nel privato sono emotiva e spesso impulsiva.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Le pagelle le ho ritrovate per caso qualche tempo fa durante un trasloco: erano ottime, perché a scuola andavo davvero bene. I trofei sportivi li ho buttati tutti molti anni fa: avendo giocato a tennis a livello agonistico, avevo una collezione di coppe e targhe, che di solito sono degli oggetti orrendi. Ho fatto piazza pulita conservando solo i trofei più significativi.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Mi piacciono il buon cibo e i buoni vini, perciò sono attratta dai buongustai: di solito sono persone che amano la vita, che si lasciano andare con più trasporto alle passioni e ai piaceri. Diffido un po’ degli astemi.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Sì, eccome!

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Beh, i cosiddetti normali è più facile rincontrarli o immaginare che abbiano fatto un percorso più lineare nella vita. Gli strambi invece ti lasciano sempre col dubbio e incuriosiscono: o sono diventati dei grandi geni, o si sono persi per strada.

Sai mentire?

No, sono un disastro. Ieri eravamo in giro per le ultime riprese di Così lontani così vicini e un autore del programma - simpatico e tremendo - mi ha imposto di telefonare per scherzo alla mia costumista (che sta a Roma) dicendo che ci avevano rubato tutti i costumi di scena e non sapevamo come fare. Ovviamente lei ci ha messo mezzo secondo a capire che stavo mentendo, perché mi riesce malissimo.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Ovviamente da fare! Io scio e mi alleno in palestra. Soprattutto quando si è giovani è una delle esperienze più formative e arricchenti: s’impara che si può vincere o perdere, ma bisogna sempre impegnarsi per raggiungere l’obiettivo. E’ una scuola di vita. Tra l'altro ho lasciato il tennis tanti anni fa, ma a marzo rivedrò molte delle persone con cui giocavo ad Alessandria – la città dove sono cresciuta - perché faremo una reunion.

Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?

Sì. E’ una delle lezioni che ho imparato col tennis. Quando giocavo, ero capace di stare in campo anche quattro ore: magari stavo perdendo 5 a 1, ma ce la mettevo tutta per ribaltare il risultato. Sono una “dura a morire” e mi piace fare tutto ciò che faccio mettendoci il massimo dell’impegno, cercando di fare il meglio possibile.

Qual è la tua torta preferita?

Ai dolci preferisco i piatti salati, ma la torta al cocco di mia sorella Benedetta è superlativa.

Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?

Ho la memoria di un pesce rosso: ogni tanto ho degli sprazzi di ricordi, ma molto fuligginosi. Per fortuna a ricordarmi le cose ci pensano le mie amiche storiche come Rosy: quando ho dei vuoti cosmici, telefono a lei che si ricorda tutto ed è la mia memoria storica. Infatti ogni tanto mi prende in giro e dice che potrebbe scrivere la mia biografia meglio di me (ride).

Quest’anno farai viaggi significativi?

Sì, adoro viaggiare. Così lontani così vicini mi ha portato in giro per l’Italia e anche in Brasile per raccontare una delle storie che vedremo. Avevo già in agenda un viaggio in Birmania che ho dovuto spostare, ma spero di riprogrammarlo presto: amo soprattutto le mete insolite e poco turistiche.

Sarai più felice in futuro?

Certo, sempre di più. Mi ritengo molto fortunata per tutto quello che ho e credo di non potermi permettere il lusso di essere pessimista. Sono convinta che affrontare la vita con serenità attragga energia positiva: sono un'inguaribile ottimista.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore) 

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Francesco Canino