Il terzo grado - Cristina Chiabotto
(Dario Plozzer) 
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Il terzo grado - Cristina Chiabotto

"Mi piacerebbe avere come dote una voce da brivido, stile Elhaida Dani, la vincitrice di The Voice" confessa la conduttrice

NOME: Cristina Chiabotto

CHI E’: conduttrice televisiva e radiofonica, modella e Miss Italia nel 2004.

COSA FA: conduce il programma Pronto chi sei su Radio Kiss Kiss (tutti i giorni dalle 7 alle 10) con Joe Violanti e Mario Furlan. La scorsa settimana è stata la madrina della Partita del Cuore.

DICE DI SE’: “Il mio corpo è stata la mia fortuna più grande, non lo nego, però c’è anche altro. E poi, se devo confessarlo, io non mi sono mai sentita così bella: so che la natura mi ha dato un corpo sano e attraente, però non credo sia la mia più grande qualità. Nella vita servono personalità e fascino. Come si dice? Bellezza interiore”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Una cosa in cui mi sento fortissima - senza vanto, però - è il ritmo della vita, quel sound che ti porti dentro in ogni situazione senza fermarti, se non per riflettere e respirare. La pienezza di ogni istante vissuto al massimo grazie al mio carattere sempre solare e super positivo.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Mi sento negatissima nel canto. Mi piacerebbe avere come dote una voce da brivido, stile Elhaida Dani, la vincitrice di The Voice: vorrei avere una di quelle voci pazzesche che sanno regalarti l’essenza della parola emozione.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

“Tantiiii auguuuriiiiiii a teee, tantiiii auguri a Cristina...”. Sì, adoro quel momento. Mi ricordo quando da piccola mi abbinavano anche la famosa tirata d’orecchie con il numero degli anni. Solitamente è quell’attimo in cui ho tutti i miei affetti uniti al mio fianco: una bella botta di vita.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Al cinema piango spesso, tipo che alla fine del primo tempo ho già consumato tre pacchetti di fazzoletti, o all'improvviso rido a crepapelle da far girare tutti. Mi commuovo facilmente anche a casa, davanti ai classici romantici che rivedo con una frequenza da folle (dice ridendo).

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Ho una scatola grandissima che racchiude i ricordi più significativi della mia infanzia, i miei primi disegni, le mie prima ricerche scolastiche, le pagelle, i diari e le mie pagelline dell’attività più bella che mi ha accompagnato in quegli anni: la danza. Ogni tanto quando torno a casa dalla mia famiglia, la riapro e tutto riparte da lì...ossigeno puro!

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Io non riuscirei a fidarmi fino in fondo in nessuno dei due casi: mi fido solo del momento in cui riesco a gustare con i miei sensi ciò che ho davanti. Fiducia piena in quello che sento.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Sì, posso dire con certezza di aver amato e di amare nella pienezza del termine. L’amore è universale, in ogni suo colore: per me è lo stupore dell'arcobaleno e lo sarà sempre, non potrei farne a meno.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Mi soffermo su coloro che ritenevo normali e che all’improvviso si rivelano il contrario di quello in cui credevo. Oggi non riesco a mettere la mano sul fuoco, tranne per coloro che sono gelosamente custoditi nel mio cuore.

Sai mentire?

Non molto: tendo a fare solo disastri. Meglio la trasparenza nel mio caso.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Lo sport per me è importante da vivere sempre, anche con una semplice camminata all’aperto e la musica dentro il cuore. Guardarlo è stupendo, ma praticarlo è salute e adrenalina.

Quando il gioco si fa duro, sei uno dei duri che cominciano a giocare?

Quando il gioco si fa duro tendo a buttarmi in pista e a ballare sulle note del destino. Detta così è anche figo come gioco: il problema è non perdersi con i passi.

Qual è la tua torta preferita?

In assoluto quella di Nonna Maria: la torta di Riso.

Ti definiresti un buon archivista, rispetto alla tua memoria, o un cattivo archivista?

Mi definisco una buona archivista. Mi ricordo tutto e ogni riferimento con il passato è la mia vera energia.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Non so se riuscirò quest’anno, ma mi auguro di poter partire al più presto per un viaggio che ho una voglia matta di ripetere: il Madagascar, una meta del cuore, verso l’abbraccio con la vita di piccoli angeli.

Sarai più felice in futuro?

Oggi so di esserlo. Sì, sono felice! Domani? Lo sarò in nome di quello che ho appena vissuto.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino