Il terzo grado - Catena Fiorello
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Catena Fiorello

Il suo sogno nel cassetto? "Imparare a recitare e diventare la protagonista di un film drammatico"

NOME: Catena Fiorello

CHI E’: scrittrice e conduttrice televisiva

COSA FA: ha da poco pubblicato il suo ultimo libro, edito da Rizzoli, Dacci oggi il nostro pane quotidiano in cui mescola la storia della sua famiglia - oltre ai genitori, si parla anche dei fratelli Rosario, Beppe e Anna - alle ricette della tradizione siciliana.

DICE DI SE’: “Non tradisco e non accetto di essere tradita. Sono leale. Altro che "prendiamoci una pausa": chiudiamola qua”.

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Penso di avere del talento per tutti i lavori che richiedono contatto con le persone. Un ristorante, un bar, l’organizzazione di eventi in generale, insomma tutto ciò che mi porterebbe a stare tra la gente, per controbilanciare i miei lunghi periodi di assenza dal mondo, ovvero, quando scrivo. Nessun talento per lavori che richiedono una determinate prestazione fisica, sport estremi e “attività marinare”. Pur sapendo nuotare, ho paura del mare.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Vorrei imparare a recitare e magicamente diventare la protagonista di un film drammatico. 

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Sì, mi piace, perché mi riporta con la memoria a momenti della mia infanzia molto felici. Non ho paura del tempo che passa, e ripercorro volentieri le strade del mio passato.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Sì, piango, ma solo quando il film spinge a farlo. Le ultime volte che mi sono emozionata fino a farlo, sono state durante la visione di: Magnolia e The Millionaire, due capolavori che raccontano splendidamente la condizione umana, sempre in bilico tra la perdizione e la salvezza.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Ho solo alcune pagelle e le custodisce con tanta dolcezza mia madre, ma nessun trofeo. A casa nostra non ci esaltavamo facilmente, e non so se questo sia stato un bene. Forse, a ripensarci, penso di sì. 

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Simpatizzo per la seconda categoria. Chi ama i sapori forti di solito ha più predisposizione per le passioni estreme, e io sono più portata per queste.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Troppo direi. Ma potendo scegliere continuerei così. Anche versando lacrime, c’è più gusto a ricordare l’amore che abbiamo dato che non quello che ci siamo negati o tenuto per noi stessi per codardia.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Mi chiedo che fine abbiano fatto tutti quelli che ho incontrato. L’anonimo individuo che mi ha lasciato poco o niente o la stravagante che mi ha fatto ridere tanto. In ognuno c’è traccia di qualcosa. Anche l’insipido se vuoi, ha il suo vago sapore. E ti aiuta a conoscere meglio ciò che vuoi.

Sai mentire?

Certo, come tutti. La vita ci insegna ogni giorno come farlo. Poi, chiaro, c’è chi ci riesce meglio e ti frega! 

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Ignorare, del tutto. Ma non imitatemi, non sarebbe educativo!

Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?

Desisto, da subito. Non sono ambiziosa e competitiva e, infatti, non faccio parte di nessuna élite, club o consorteria del mio ambiente di lavoro, e qualche volta ne pago le conseguenze. Ma alla mia età sarebbe possibile cambiare rotta? No, e va bene così. 

Qual è la tua torta preferita?

La cassata siciliana. Non so se possa chiamarsi torta, ma a me piace, e la forma è proprio quella, ci sta, no?

Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?

Una solerte bibliotecaria. Archivio, ordino, spolvero gli scaffali, e quando serve, tiro fuori il volume e leggo a voce alta ricordando; altroché se ricordo. 

Quest’anno farai viaggi significativi?

No, nessuna vacanza o viaggio. Lavorerò. Scrivere, scrivere, scrivere. Colpa dei miei genitori che lavoravano sempre, e oggi, tutti e quattro noi fratelli non sappiamo stare in panciolle per più di tre giorni, ci annoiamo. Imprinting devastante, ma che in tempi duri come quello che viviamo, forse…

Sarai più felice in futuro?

Spero di sì. Sono una pessimista per natura, anche se non lo faccio vedere a nessuno, ma fortunatamente ho un compagno, Paolo, che mi aiuta nei momenti più bui. Lui sa farmi sorridere con poco e tira fuori l’allegria che alberga in me da qualche parte quando ce n’è bisogno. E’ la mia coperta di “lino” che, ora che è estate, è meglio di quella di lana!

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino