Cory Monteith: prima overdose a 15 anni
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Cory Monteith: prima overdose a 15 anni

A parlare dei problemi di droga della star di Glee morta lo scorso anno è la madre Ann alla ABC

Quindici anni: è questa l'età nella quale Cory Monteith è andato per la prima volta in overdose. Mentre i coetanei in quegli anni si prendevano le prime sbandate, al massimo qualche ubriacatura e una tirata d'orecchie da mamma e papà, la giovane star di Glee  - morta un anno fa per un letale cocktail di eroina e alcool in un albergo a Vancouver  - aveva già a che fare con la droga pesante.

Lo scioccante retroscena dell'adolescenza di quel ragazzo dagli occhi sottili e dal talento tutto da sviluppare lo ha raccontato la madre, Ann Mc Gregor, alla ABC trovando il coraggio di parlare di quel figlio che la droga le ha strappato a 31 anni.

"La perdita è tremenda - ammette la donna - Fino a 3 giorni fa non potevo guardare nemmeno una sua foto. Quando Cory aveva 15 anni è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale con un codice blu (rianimazione necessaria dopo overdose, ndr.) . E credo quello sia stato un punto di svolta nella sua vita. C’erano tante cose che stava cercando di capire, a livello emotivo, e la maggior parte di esse era legata al rapporto con suo padre. Credo che quando un bambino si sente tagliato fuori, cerchi di avvicinarsi ancora di più, cerchi di capire il perchè. Ricordo, dopo la sua prima overdose, che siamo andati a fare un giro in macchina. Lo guardavo negli occhi e lo abbracciavo, e lo fissavo perché sentivo il desiderio di volerlo conoscere davvero, perché non lo avrei avuto per tutta la vita".

Un senso di inadeguatezza che la donna si è portata dietro per tutta la vita sperando che quel suo talentuoso figlio potesse trovare un senso alla sua esistenza. IL 1° aprile del 2013 la Signora Ann aveva incrociato le dita visto che Cory aveva accettato di farsi ricoverare in clinica per disintossicarsi. L'attore, però, ha resistito solo 20 giorni e poi è precipitato in un baratro se possibile ancora più nero e profondo di prima. La madre ha vissuto questo strazio in silenzio cercando di oltrepassare la cortina di dolore che avvolgeva l'anima del suo ragazzo e vedendolo perdersi e allontanarsi dalla vita in maniera inesorabile. 

E' chiaro che un genitore si sente sempre responsabile per gli errori dei propri figli, ma Ann, oggi, cerca si continuare a vivere e di ripetersi che ha fatto tutto quello che era possibile per salvare Cory: "Non credo che attribuire colpe sia la cosa giusta da fare. È stata una sua scelta. Non credo che noi, da genitori, abbiamo il potere di cambiare le scelte che fanno i nostri figli. Credo che con il tipo di legame che avevo con Cory… se avessi potuto prevenire quello che è successo… non ho una risposta. Cosa posso dire? Godetevi ogni momento con loro. Ogni secondo"

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Barbara Pepi