Gangnam Style, Justin Bieber, Lana Del Rey, Guglielmo Willwosh: i fenomeni nati su YouTube
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Gangnam Style, Justin Bieber, Lana Del Rey, Guglielmo Willwosh: i fenomeni nati su YouTube

Intanto il video del cantante coreano PSY è diventato il più cliccato di sempre sul web - Call Me Maybe, è cult in Rete

Quasi 825 milioni di visualizzazioni in Rete: da un paio di giorni il cantante coreano PSY è diventato materia da guinnes dei primati e il merito va tutto al suo video Gangnam Style , che oltre ad avergli regalato la popolarità planetaria, è ora ufficialmente il più cliccato di sempre su YouTube. In quattro mesi, i suoi balletti da cavallerizzo gli hanno permesso di superare un mostro sacro come Justin Bieber, che con il videoclip Baby deteneva il precedente record (a oggi, 'solo' 805  milioni di clic). Nell'era del digitale YouTube si conferma un mezzo capace di fare le fortune di illustri sconosciuti: con il giusto mix di ingegno e di talento, e la necessaria dose di fortuna, chiunque può sperare di raggiungere il successo, vedi i casi di Carly Rae Jepsen e Lana Del Rey, o dei nostrani Guglielmo 'Willwoosh' Scilla e Clio Zammatteo.

Tornando un istante al tormentone Gangnam Style, gli esperti prevedono che sarà la prima clip a raggiungere lo storico traguardo del miliardo di visualizzazioni. La matematica non mente: PSY viaggia a più di 7 milioni di clic al giorno (per intenderci, Baby ne fa 400mila) e di questo passo il muro verrà infranto poco prima di Natale. Il giovane Bieber si può però consolare al pensiero che un altro suo video (Boyfriend, pubblicato il 3 maggio 2012) detiene saldamente il primato del maggior numero di utenti connessi nel giro di 24 ore, ben 8 milioni.

Record a parte, è giusto sottolineare come Internet stia diventando uno dei mezzi più battuti (e probabilmente efficaci) per diventare delle star. Lo sa bene Carly Rae Jepsen, cantautrice canadese di ventisette anni, divenuta celebre solo dopo che il suo singolo Call Me Maybe è stato parodiato in lungo e in largo sul web. Da notare che anche qui c'è lo zampino di Justin Bieber, uno dei primi a lanciare la 'Call me maybe mania'.

Anche l'americana Lana Del Rey (al secolo Elizabeth Woolridge Grant)  deve indubbiamente ringraziare YouTube se qualcuno è arrivato a definirla addirittura la nuova Adele. Prima di mettere online il filmato di Video Games (ottobre 2011), Lana era la classica ragazza di belle speranze che sognava di sfondare nel mondo della musica. Detto fatto: grazie al passa parola della Rete il suo nome è finito sul taccuino di alcuni importanti discografici, che subito si sono fatti in quattro per trasformarla in un'icona del pop.

Ma senza dover necessariamente sorvolare l'oceano, anche in Italia abbiamo degli esempi di come si possa conseguire la fama passando per il web. Guglielmo Scilla, meglio conosciuto dal popolo della Rete come Willwoosh, si è trasformato nel giro di pochi anni da v-logger sconosciuto a star di YouTube , ed è oggi una sorta di factotum dello showbusiness – nel suo curriculum c'è ormai di tutto: dj, attore per il cinema, sceneggiatore, scrittore – , tanto che la sua parabola ricorda quella di Fabio Volo, altro uomo venuto dal nulla (benché in questo caso Internet non c'entri).

E che dire di Clio Zammatteo, che il 2 luglio 2008 decide di aprire su YouTube un canale per condividere le proprie conoscenze di truccatrice freelance? Nel giro nel giro di tre anni il suo ClioMakeUp  cresce in popolarità, risultando uno dei più seguiti in Italia. E così, dopo alcune collaborazioni con la carta stampata (Pupa, Vogue) e una capatina nelle librerie (ha all'attivo due manuali), nel 2012 arriva anche il corteggiamento da parte della televisione, che dà luogo al programma Clio Make Up, trasmesso attualmente da Real Time.

Insomma, ci sono persone che devono molto, forse tutto, alla Rete. Attenzione però a non farsi ingannare, perché la ricetta del successo continua a essere un piccolo mistero e accanto a Willwoosh, PSY e compagnia bella ci sono anche migliaia di performer che ancora annaspano nel mare dell'informatica, e chissà se raggiungeranno mai l'approdo dorato.

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Davide Decaroli