Donne in fila fuori dalle toilette pubbliche? Colpa del sessismo
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Donne in fila fuori dalle toilette pubbliche? Colpa del sessismo

E' la tesi sostenuta da Soraya Chemaly, l'attivista femminista che spiega cosa ci sia dietro alle code al bagno delle signore

E' una di quelle questioni che da sempre scuotono le coscienze. Un tema ontologico degno dei sofismi aristotelici più complessi, una di quelle domande primarie che prima o poi nella vita ci si pone. Perchè fuori dai bagni pubblici delle donne c'è sempre la fila?

Numerose sono le risposte e fornite in tutte le lingue del mondo. C'è chi sensibilizza sulla complessità della minzione femminea in ambiente non igienico, chi ricorda che tra borse, sciarpe, cappelli e cappotti il semplice alleggerimento della vescica è fatto complicato, e chi sostiene che dentro a bagni di pub e ristoranti ci sia una sorta di armadio di Narnia che conduce a mondi inesplorati nei quali le signore si perdono mentre la fila fuori alla porta aumenta.

A porre ancora una volta - ma in ben altri termini - il problema  sulle autorevoli pagine dell'Huffington Post americano è stata l'attivista femminista Soraya Chemaly che ha definito la questione dei bagni pubblici per donne l'ennesima rappresentazione dell'universo maschio centrico nel quale le signore sono costrette a vivere.

Sostiene la Chemaly: "Quali corpi meritano la priorità? Chi ha bisogno di essere legittimato nei suoi bisogni? Queste sono le questioni fondanti di una società. E questi temi trovano un giusto terreno di dibattito osservando la gestione degli spazi e dei gabinetti pubblici. E così quando si vede una fila di 50 donne che aspettano silenziose il proprio turno per andare in bagno si prova un senso di irritazione e di ingiustizia. I bisogni di uomini e donne sono diversi anche a livello organico, ma la società maschio centrica non permette alle donne di avere pari diritti nemmeno in fatto di toilette pubbliche e su questo bisogno riflettere".

Insomma, il problema delle code al gabinetto sarebbe da portare al cospetto dei guru dei diritti degli esseri umani che, una volta per tutte, sanciscano il dovere costituzionale di costruire toilette a misura di signora in ogni angolo del pianeta.

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Barbara Massaro