Io, pazza per #ruzzle

Un tempo c’era il Tetris, con quella musichetta che poi ci è’ toccato ballare anche in discoteca negli anni 90. Poi e’ stato il momento del sudoku che (seppure su carta) faceva molto intellettuale stanco del cruciverba, in sala d’attesa …Leggi tutto

Un tempo c’era il Tetris, con quella musichetta che poi ci è’ toccato ballare anche in discoteca negli anni 90. Poi e’ stato il momento del sudoku che (seppure su carta) faceva molto intellettuale stanco del cruciverba, in sala d’attesa all’aeroporto. Oggi lo ‘famo’ Ruzzle. Ovvero quante più parole riuscite a creare in 2 minuti e 16 lettere tra vocali e consonanti attigue.

All’inizio se riesci a mettere insieme NAVE – AMO – LEI – ORA , sei già un novello Bartezzaghi, perché la lentezza del nostro cervello abituato ormai a scritture intelligenti e sistemi vocali come Siri, che ti fanno anche il caffè, si scontra con questo passatempo infernale. Un po’ alla volta inizierete a farvi furbi e ad adottare le tecniche più disparate. C’è chi va sul sicuro, e cerca tante parole base brevi chi invece punta a pochi e complicati termini, ma che danni un sacco di punti. Tutti li’ insomma, con il pollice scorrevole a pensare alle possibili combinazioni.. Tram, bar, pausa caffè..

Effettivamente il vantaggio di questo gioco – anzi app per smartphone – e’ che potete sfidarvi con i vostri amici di facebook e di twitter, che sapranno quando mettervi alla prova grazie ad un simpatico messaggino di avviso. Per poi pubblicare – sappiatelo – la “socialdisfatta”. Ma lo stesso vantaggio diventa il limite di non poter giocare da soli, per il puro gusto di dimostrare a se stessi quanto il nostro cervello sia rapido e allenato.

Per fare ciò vi toccherà scaricare una nuova applicazione che ha un costo contenuto. Ma https://mytech.panorama.it/videogiochi/ruzzle significativo. E nel frattempo..Vi sarete già pentiti, di aver buttato quella vecchia copia della settimana enigmistica rimasta in sala dall’estate scorsa.. Con quel cruciverba maledetto che proprio nn riuscite ancora a fare. Provate a chiedere aiuto a Siri.

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Stefania Cavallaro

Classe 1975, (felicemente) sposata, (felicemente) mamma, (felicemente) vice caporedattore a Studio Aperto, il tg di Italia Uno. A parte la conduzione del tg delle 12.25, ormai un appuntamento fisso ogni due settimane, per il resto mi occupo davvero di tutto, politica, esteri, cronaca e costume. Curiosa, tecnologica, amante del lusso e del cinema. Mi diverto  a raccontare quel che gli altri vedono da fuori, come un mondo luccicante e complicato, così come io ho il privilegio di viverlo da dentro. Tutta un'altra storia.

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