Ciao Garosci, ci mancherai
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Ciao Garosci, ci mancherai

Ha perso la vita ieri dopo un rally il proprietario della Palazzina G di Venezia

La prima volta che l’ho incontrato era per una festa del Redentore a Venezia di qualche anno fa, ospite dell’amico comune Luca Bombassei. Salita sulla lancia che dall’albergo mi avrebbe portato alla Giudecca ho incontrato subito lo sguardo vivace di Emanuele Garosci, non ancora quarantenne e da poco proprietario della Palazzina G di Venezia. Occhi vispi e capelli al vento, era impossibile non notarlo. Aveva accanto Miriam Leone, da poco Miss Italia. Stavano insieme, lei seduta non lo perdeva di vista un secondo, lui in piedi regalava parole a tutti.

In quel breve viaggio ricordo di aver pensato che avrei sentito parlare di lui. E non sbagliavo. Negli anni ho imparato a conoscerlo, si faceva notare, non solo perché sempre accompagnato da donne bellissime (nel frattempo la storia con la Leone era finita) ma perché di una classe innata, catalizzante; scherzando con un collega della mondanità lo chiamavamo il Gigi Rizzi dei giorni nostri. E se Truffaut lo avesse conosciuto, avrebbe di sicuro dedicato a lui il film L’uomo che amava le donne.

Lo ritrovavo ogni anno a Venezia, per la Biennale dell’arte e poi del cinema. Da quando era diventato il proprietario della Palazzina, non c’era festa degna di questo nome che venisse fatta altrove. Il merito era tutto suo. Da Di Caprio, Al Pacino e Madonna, fino agli artisti e curatori più snob, in quello spazio disegnato da Philippe Starck, ci sono passati tutti. E pur di entrare, in tanti hanno aspettato all’esterno con pazienza, sicuri che una volta dentro si sarebbero divertiti. Lui, tavolo al centro e bicchiere in mano, faceva gli onori di casa circondato dagli ospiti più in vista della serata, che apprezzavano la sua compagnia fino a notte fonda.

Altrettanto amava i motori, tanto che non c’era rally a cui non partecipasse da professionista. Non amava i giornali, nè rilasciare interviste. Recentemente, in un Periscopio dedicato alla Mostra del cinema di Venezia, avevo scritto che durante un party alla Palazzina alcuni big erano rimasti in attesa in balìa dei severissimi buttafuori. Lui si era offeso. Io la consideravo una medaglia al valore di chi organizza feste, lui invece se l’era presa. Poi ero riuscita a farmi perdonare e lo avevo convinto a incontrarci per un’intervista. Ma il tempo è beffardo e lui se n’è andato ieri, per un malore dopo una gara di rally a Roma.

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Annalia Venezia

Portatrice sana di occhiali, giornalista prestata alle ore piccole (o nottambula prestata al giornalismo?), da sei anni curo la rubrica Periscopio di Panorama. Dopo ogni festa, prima di addormentarmi, ripeto come un mantra la frase di Nietzsche «se scruterai a lungo nell’abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te» e ogni volta mi chiedo come abbia fatto a scriverla senza essere mai stato a un party della fashion week.

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