Questo matrimonio non s'ha da fare
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Questo matrimonio non s'ha da fare

Farsi regalare dei "Gratta e vinci" per il matrimonio rispecchia la nostra visione delle coppie e della vita come un azzardo

Dimentichiamo pentole e tegami, elettrodomestici e mobilia. Le liste nozze rispecchiano la nostra visione delle nozze. I viaggi esotici sono da tempo diventati più importanti del rendere confortevole il posto dove si vivrà ogni giorno. Siamo cambiati, soprattutto sul terreno della famiglia. Senza fare l’elenco delle stravaganze di moda nelle liste nozze 2.0 (dalle collette per le bestie più impensabili ai conti aperti dai tatuatori) con cui fare il punto sullo stato del matrimonio, passiamo direttamente a una storia di questi giorni, decisamente indicativa.

Gratta gratta

Due futuri sposi hanno chiesto ad amici e parenti, come dono di nozze, una montagna di "Gratta e vinci". Nell settimana successiva alla cerimonia sembra ne abbiano vagliato 5.000, e il gratta gratta avrebbe fruttato alla coppia ragguardevoli vincite: 350 mila euro, 200.000 mila euro, 6.000 euro al mese per vent’anni più altri vari premi e premietti.

Il gioco rende liberi

Sembra una favola quella di questi sposini baciati dalla fortuna, ma non dovremmo dimenticarci che ogni giorno questa mania grattatoria rovina decisamente più famiglie di quante non ne consolidi. Affidare al caso le proprie speranze è uno dei meccanismi più pericolosi che ci siano. Ormai quasi in ogni tabacchino e in ogni bar, si vedono figure che sembrano spettri, divorate da ansie e bramosie su cui non hanno alcun controllo.

Sono i dipendenti dl gioco, tossicodipendenti con più denti addosso. Come i vari videopoker, e tutte quelle luminose e tintinnanti macchinette disposte a muri nelle sale slot, questi cartoncini disponibili ovunque mietono vittime a ogni latitudine, dispensando un po’ di fortuna su pochi e impoverendo, anche molto, molti.

La questione è controversa: se fosse illegale e del gioco non se ne occupasse lo Stato lo farebbero le organizzazioni criminali. Ma occupandosene lo Stato, da un punto di vista pratico, il risultato in termini di vite distrutte è identico a quello che si otterrebbe se ad occuparsene fossero i criminali.

La libertà dell’instabilità

Si dirà: c’è il libero arbitrio, ognuno è padrone di scegliere se e come impiegare il proprio denaro. In realtà, in un mondo in cui le vite di alcuni privilegiati vengono sbattute in faccia a moltitudini di esseri umani che conducono esistenze piuttosto modeste, se non miserabili, la libertà è piuttosto condizionata, e chi non ha capacità né mezzi è fortemente invogliato a coltivare il sogno di ottenere un mucchio di quattrini senza alcun merito (un po’ come capita a tutti i rampolli di buona famiglia).

Il caso di questa lista nozze sui generis rispecchia alla perfezione i nostri tempi, in cui la creazione di una nuova famiglia è soprattutto un azzardo. Un matrimonio su due non dura.

L’unione di due vite che genera altre vite è diventata una pratica velleitaria e disimpegnata, qualcosa di molto simile al puntare sul rosso o sul nero alla roulette, al lancio di una moneta.

I vincoli di un tempo, non solo legali, ma anche morali, sono scomparsi per sempre, e siamo liberi di non sacrificarci e di non impegnarci nella costruzione e nella manutenzione dei rapporti, anche se è difficile dire se si stia meglio ora che si sta meglio o se si stava meglio quando si stava peggio.

Se mettere insieme due azzardi - sperare di fare una famiglia a caso e sperare si fare un sacco di soldi a caso - diventerà un’abitudine diffusa, sarà come se le coppie del futuro affidassero il loro destino alla roulette russa. Il risultato, con rarissime eccezioni, non potrebbe che essere un bagno di sangue (quanto metaforico, chissà).

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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