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Britney Spears drogata persa: parola dell'ex manager Sam Lufti, che la chiama a processo

Volano accuse pesanti in apertura del procedimento per inadempienza contrattuale e diffamazione. Saranno vere? - Britney: fotostoria di una popstar senza vie di mezzo

Si è aperto il processo a carico di Britney Spears, accusata di inadempienza contrattuale e diffamazione dal suo ex manager Sam Lufti. E l’esordio è stato con il botto, visto che Lufti ha ribadito senza mezzi termini che durante il biennio 2007-2008 (quello del divorzio dal marito Kevin Federline, dei ricoveri in ospedale, della perdita di custodia dei figli, ecc.) Britney era di fatto una drogata. Ma facciamo un po’ di ordine nella vicenda.

Nel gennaio del 2009, quando il peggio per la popstar sembra passato, la Spears ottiene un ordine restrittivo nei confronti dell'ex manager Sam Lufti, dell'ex ragazzo Adnan Ghalib (il boyfriend post Federline) e del procuratore Jon Eardley. Il motivo: secondo i documenti dei tribunali, i tre soggetti avrebbero cospirato per ottenere il controllo delle finanze della cantante. Ma la storia non finisce qui: in un libro di memorie, la famiglia Spears punta il dito contro l’ex manager, indicato come principale responsabile del momento nero di Brit (si sostiene addirittura che l’avesse drogata). Di contro, Lufti nega tutto e come risarcimento del torto subito pretende il 15% degli introiti accumulati da lei in quel periodo.

Ecco perché nella prima udienza, Joseph Schleimer, avvocato di Lufti, ha voluto sottolineare come la cantante statunitense fosse già di per sé una pesante consumatrice di sostanze stupefacenti. Secondo l’accusa, il 28 gennaio 2008 la scrivania di Queen B era piena zeppa di metanfetamine (si parla nello specifico di una scorta di crystal meth) mentre Sam Lufti, preoccupato della situazione, aveva provato invano a far incontrare la propria assistita con una psichiatra.

Per rafforzare questa tesi è stato anche tirato in ballo il celebre caso della Spears con la testa rasata. In molti ricorderanno le foto shock in cui la cantante si mostrava in pubblico con il cranio in stile Soldato Jane”. Si discusse a lungo sui motivi di quel gesto e l’idea comune fu che si trattò di un forte segnale di squilibrio mentale. La lettura di Schleimer è però differente: si trattò di un’azione calcolata, che aveva lo scopo di eludere i test antidroga.

La querelle legale è solo al primo atto, ma promette senza dubbio scintille. Attendiamo di capire se la Spears apparirà o meno in tribunale: il giudice ha infatti deciso che visto il precario stato di salute (cosa che Lufti contesta) non può essere forzata a testimoniare.

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Davide Decaroli