Beliebers vs. Directioners, oligarchie matriarcali per l'apocalisse del buon gusto
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Beliebers vs. Directioners, oligarchie matriarcali per l'apocalisse del buon gusto

Non è solo la faida tra gruppi di adolescenti, ma il segnale che c'è qualcosa di malato in questa società

Le persone civili apprendono dai giornali l’esistenza di gruppi tribali in lotta fra loro.  Sembra incredibile ma in seno alle più moderne città infuriano battaglie senza esclusioni di colpi. Le tribù di fanatici  più consistenti (e molto ma molto peggio di Utu e Tutsi) si chiamano Beliebers e Directioner. Un giorno l’umanità ricorderà con  orrore il loro passaggio, convinta che una simile barbarie andasse evitata. Un po’ come si guarda a certe pratiche del passato, tipo le torture medievali, con un misto di stupore e perplessità, ma anche con angoscia e terrore.

Queste orde barbariche, principalmente composte da adolescenti e madri di adolescenti, sono molto pericolose e armate fino ai denti. Il mouse, micidiale arma impropria maneggiata magistralmente da tutta la tribù, viene massicciamente usato sui social network, con irragionevole ostilità, nel confronti di tutti i nemici dei loro idoli, che generalmente periscono sotto i primi colpi del cliccaggio.

Pur essendo oligarchie matriarcali, esistono anche delle schegge impazzite, frange estreme e incontrollabili composte da elementi di sesso maschile che hanno perduto definitivamente la brocca.

L’ultimo arrivato di questa preoccupante compagine di “fuchi” è l’ammiratore-clone Toby Sheldon, di professione “cantautore di 33 anni”.

Toby, per amore, armato di soldi e bisturi, in cambio di 100.000 dollari e di tanta pazienza è riuscito addirittura a emulare fisicamente il suo idolo, Justin Bieber,  ottenendo quello che ama definire un “faccino da bimbo”.

Ci sono voluti 5 anni di interventi chirurgici (botox, trapianti di capelli) per un totale di 40 operazioni, filler al viso, riduzione del mento, incisione ed estensione delle palpebre. Ma alla fine è riuscito a diventare uguale alla postar quattordicenne.

Sembrano i segni dell’apocalisse. La prova, potrebbe sostenere qualcuno, che l’umanità deve estinguersi. Di fronte a simili segni della Fine molti sono tentati di tramutare il vecchio “mille e non più mille” in “Bieber e non più Bieber”

“In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”, cantava Franco Battiato.

Sul ponte, però, non sventolerà bandiera bianca. Io dico che combatteremo. Personalmente nutro una fiducia smisurata nell’umanità. Non nei singoli, spesso, preda di isterismi e idiozie contingenti. Ma nell’umanità sì.

L’umanità, destinata a esplorare l’universo, non si farà certo fermare dal proliferare di questi fastidiosi bimbiminkia (termine inventato dagli stessi, che meriterebbe di scomparire insieme a loro).

E questi fanatici, di cui ha approfonditamente raccontato (combattendoli, come è giusto che sia) Selvaggia Lucarelli, non prevarranno.

La perniciosa epidemia avrà termine quando verrà istituita una forza transnazionale, con funzioni di “polizia estetica”, per combattere questi cartoni animati sorridenti (il buon Toby, per amore, si è autointerdetto le espressioni tristi). Nel futuro luminoso che ci attende, se avremo la forza di dar vita a queste forze speciali, personaggi come Toby Sheldon, alias Justin Bieber, saranno come le epidemie di peste nell’Europa del ‘300, il lontano ricordo di un mondo fetido per il quale è stata fortunatamente scoperta la penicillina del buongusto.

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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