In barca con Banderas
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In barca con Banderas

Sei ore con il sex symbol spagnolo a Ischia. Per scoprire che il fornaio tv più famoso d’Italia è la star meno star mai incontrata

Succede che ti trovi in mare con Antonio Banderas al largo di Ischia e cominci a parlare, rompi il ghiaccio improvvisando due bracciate di crawl e una conversazione da madame de La Palisse sul caldo estivo, la bellezza dell’isola e il costume da bagno appena comprato (da lui, con fidanzata al seguito) nella boutique dell’hotel Regina Isabella, sede dell’Ischia global film & music fest.

L’attore spagnolo non sa di avere una giornalista al seguito, si gode la frescura marina e parla, scherza, invita gli altri ospiti della barca a tuffarsi, noi siamo stati i primi a buttarci: in mare con Banderas, l’invidia di milioni di donne.Un pensiero attraversa sfrontato la mente: e se valesse il proverbio “gallina vecchia (chi scrive) fa buon brodo”? “Ma è perfetta” dice lui, e la frase è chiaramente riferita all’acqua.

Non si è neppure accorto di un paio di paparazzi che, da un’altra barca, scattano come forsennati cercando la foto scoop (di carne smollata o di baci poco casti). Anzi, ci scherza sopra, mima posa da macho latino, bicipiti gonfiati e pancia dentro: “Per fortuna che non ci sono fotografi, dovrei stare in apnea. Una bella fatica”.

Banderas è arrivato da poche ore a Ischia, è la star del festival organizzato da Pascal Vicedomini.

Sullo yacht c’è un pezzo di Hollywood, sicuramente un campionario della Los Angeles cinema e party, a cominciare dall’ospite della barca Darina Pavlova, ricca generosa ereditiera, produttrice, con case ovunque, da Miami a Roma e Los Angeles, che ospitano star come Kevin Costner o Al Pacino; a bordo c’è anche Avi Lerner, produttore mito della Hollywood che conta.

E poi c’è la nuova fidanzata dell’attore, Nicole Kimpel, 20 anni di meno, due gambe che non finiscono più, viso da nord Europa (è di origini olandesi) e fino a 15 mesi fa consulente finanziaria, ora fidanzata ufficiale del sex symbol latino. "Ci siamo conosciuti al Festival di Cannes dello scorso anno» racconta solare, forse illuminata anche dal recente shopping: due cappellini di paglia (a cento euro cadauno), un copricostume verde ricamato e molto barocco, quasi da red carpet. Ora porge la crema solare al macho spagnolo ed è già film rosa vedere lui che gliela spalma bisbigliandole qualcosa.

Banderas ha qualcosa che manca a molte star: il calore. È stato vicino alla moglie Melanie Griffith per 18 anni sostenendola nei periodi bui (alcol e droga); si concede ai fan senza risparmio, non fa mai la primadonna. È generoso, ironico e autoironico; sa di essere inscindibile dalla pubblicità tormentone che lo ha reso ancora più popolare in Italia, una pubblicità che è quasi un film a puntate con la gallina Rosita come partner. “Un contratto di sei anni. Firmato nel 2011. Certi attori fanno la pubblicità solo per i soldi. Nel mio caso, anche se non nego che il compenso sia molto buono, mi piace da matti la parte del mugnaio, mi diverte quando la gente mi dice “Ciao Antonio, ciao uomo del mulino! Come sta la gallina?”. In fondo, il personaggio del fornaio è anche farina del mio sacco, lo abbiamo studiato insieme. E il messaggio è buono”. Sa che su internet e in tv furoreggiano le parodie, a cominciare da quella di Maurizio Crozza: “Mi diverte. Non sono passato inosservato”.

Sa ballare il tango e la samba, suona da professionista, canta senza problemi, ha il fisico di un cinquantaquattrenne che si tiene in forma. “Ogni mattina sto digiuno e faccio un paio di ore di corsa o di tapis roulant” racconta al pubblico femminile della barca, ammirato. Forse per questo gli è facile saltare dai tetti o lanciarsi in inseguimenti: è stato lo Zorro più fisico e irriverente mai visto (La maschera di Zorro); quando ha prestato la voce da doppiatore (al gatto con gli stivali in Shrek 3), l’ironia ha vinto su tutto. “Alterno action-movie a film più intimi. Sicuri incassi con scommesse”.

La formula Banderas sembra però funzionare: è da sempre l’attore feticcio di Pedro Almodóvar e da qualche anno anche di Robert Rodríguez, il regista-erede di Quentin Tarantino e Sergio Leone. Quando Almodóvar lo vide per la prima volta in scena a Madrid, volle conoscerlo e andò in camerino. “Mi disse: “Devi fare il cinema, perché hai un viso molto romantico”. Insieme abbiamo girato sette film. Due invece con Rodríguez”.

A 19 anni Banderas uscì di casa con 500 pesetas cucite nei pantaloni, oggi a 54 è milionario, produttore, regista, attore.

A tavola, nel ristorante sul mare raggiunto con un barchino, davanti a uno spiedino di gamberoni avvolti in spaghetti (e poi fritti, una squisitezza assoluta), cozze ai ferri, mozzarelle e pomodorini, vino rosè ghiacciato che scivola facile e Rosita dimenticata per qualche ora, Banderas mette in forno i progetti futuri, che sono - traslando la pubblicità - "biscottoni inzupposi", farciti di mito: “Che ne dite di Zorba il greco? Ma in versione musical”. Ovvero il film del ’64 con Anthony Quinn, machismo romantico allo stato puro. Un musical, da portare in teatro? chiediamo istintivamente (e da lì parte una conversazione fitta, a due, fra noi). “No, troppo impegnativo. Penso a un film con le musiche scritte dallo stesso autore di Chicago. Tempo fa ho incontrato Quinn a una premiazione. Mi ha abbracciato e mi  ha detto: “Fallo tu. Io sono troppo vecchio per il remake”. E perché Zorba il greco? “È vita, vita. Amore per la vita”.

E il progetto su Pablo Picasso? "Era già scritta la sceneggiatura, io ero pronto, ma è fallita la casa di produzione. Ma io non mollo. Voglio farlo. Racconta i 33 giorni in cui Pablo, che è nato a tre isolati da casa mia a Malaga, dipinse Guernica". Il quadro più politico della storia dell’arte. “No, Picasso ne ha fatte sette versioni e solo in una c’era il pugno chiuso. Lo dipinse in bianco e nero, perché furono le foto dei giornali a ispirarlo”. Banderas ha anche un progetto su Gianni Versace: "La settimana prossima vado a Londra perché sto “studiando” la moda. Stiamo finendo la sceneggiatura. Cominceremo a girare a marzo". 

Due desideri tricolore:  “Lavorare con Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore”.
Poco divo, molto uomo normale quando dice: “Sono entrato in un’altra fase della vita. È il secondo tempo della mia partita. Invecchiando, ogni cosa è velata di saggezza. Agli inizi della carriera, era il cuore a guidarmi. La ragione aveva perso. Sento che non ho ancora fatto qualcosa per cui sarò ricordato”. Un bagno d'autocoscienza. Un altro bagno, ma in mare, per smaltire le calorie, il vino fresco: in acqua, un po' brilli a scherzare su tutto, anche sul filo dell'hard.

Sei ore per mare: nuotate, brindisi, chiacchierate, selfie, baci (alla fidanzata, bella e silente). In incognita: una fatica troppo grande, e così, forse per ripulire la coscienza alla macina dell’etica professionale, la «gallina-giornalista» si ritrova a dire: “Grazie. Non sono l’amica di… Devo scrivere un articolo, racconterò delle nostre chiacchiere da cinefili. Niente gossip”. E lui ride, risponde in un misto di italiano e spagnolo: “Nessun problema. Bien bien. No te preocupes”. E detto da Banderas, vale doppio.     

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Stefania Berbenni