Makelovenotporn: fate l’amore, non il porno (e condividetelo sul Web)
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Makelovenotporn: fate l’amore, non il porno (e condividetelo sul Web)

E se gli utenti si fossero stancati dei contenuti patinati proposti dalla pornografia online? Alla Social Media Week parla Cindy Gallup, l’ideatrice della prima piattaforma online per amatori veri - #SMWmilan

Un risultato Cindy Gallup l’ha già ottenuto. È riuscita a far parlare di sé e della sua iniziativa in quello che è forse il segmento più saturo dell’Universo web: quello dei contenuti a luci rosse. Questa signora inglese di 52 anni, ex pubblicitaria riconvertitasi all’imprenditoria online, ha un chiodo fisso: convincere gli utenti che esiste un’alternativa vera e credibile al porno su Internet. Si chiama Makelovenotporn e il nome dice già tutto: una piattaforma che raccoglie video girati da tutti quegli amatori che vorrebbero sì un Web a luci rosse, ma fatto da contenuti più naturali e spontanei rispetto a quelli proposti dai vari Youporn e affini.

Utopia? No. La Gallop è convinta che ci sia più di un utente – soprattutto nel mondo femminile – che non si riconosce nei cliché dell’industria pornografica. Che, per dirla senza troppi giri di parole, ai “facial” e ai genitali depilati dei pornodivi preferisce l’intimità vera, il sesso condiviso e coinvolgente, anche - perché no - col preservativo.

È, in parte, un’idea che punta a scardinare i messaggi di un’industria dominata dal genere maschile. E che allo stato attuale finisce in molti casi per degradare la dignità delle donne. "La colpa non è del porno, ma del business del porno", spiega la stessa Gallup alla Social Media Week di Milano. "Quello che vediamo oggi in rete non ha nulla a che vedere col sesso reale. Eppure ci sono adolescenti che pensano che sia questo l'unico modo di concepire l'intimità con il partner. Un modello – sottolinea ancora la Gallop – sempre uguale a se stesso e nel quale la componente di fantasia e creatività non esiste. Crediamo sia giunto il momento di portare online il sesso nella sua natura più vera, più divertente, a volte disordinata, sicuramente più responsabile.

Ma, è bene precisarlo, non stiamo parlando di un’iniziativa educativa. Makelovenotporn vuole essere un’alternativa vera, e anche profittevole, alle classiche piattaforme di porno gratuito disseminate ormai in ogni angolo del Web. Ecco perché i filmati si pagano: 5 dollari per vedere un video per la durata di tre settimana, 5 dollari per inviare un video amatoriale (che sarà comunque visionato dallo staff della società). Il ricavato verrà ripartito fifty-fifty fra la piattaforma e il creatore del contenuto.

Funzionerà? Per il momento la Gallup si è già guadagnata l’attenzione dei media. La parola passa ora agli utenti. Se davvero esiste una comunità di amatori veri e "sociali" saprà sicuramente farsi sentire. E vedere.

 

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Roberto Catania

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