Google Daydream: le 5 cose da sapere
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Google Daydream: le 5 cose da sapere

Cos’è, cosa offre, come evolverà la nuova piattaforma sviluppata da Mountain View per i patiti della realtà virtuale

Daydream, la piattaforma per la realtà virtuale annunciata da Google in tarda primavera, è pronta ad aprire i battenti. Nelle prossime settimane, fa sapere l’agenzia americana Bloomberg, la società di Mountain View mostrerà al mondo i primi frutti concreti del suo nuovo programma di sviluppo incentrato sul mondo VR: applicazioni, giochi, ma anche sistemi hardware specificamente pensati per apprezzare appieno i contenuti immersivi.

Dopo avervi spiegato quali sono i cardini su cui si fonda la nuova filosofia di Google, ci dedicheremo oggi all’analisi di tutte le varie componenti che compongono la piattaforma, considerata da più parti un prolungamento di Android per la realtà virtuale [Scorri Avanti per continuare].

Un ecosistema a 360 gradi


Se i cosiddetti Cardboard – gli occhiali di cartone lanciati da Google nel 2014 – sono stati il primo rudimentale tentativo di portare la realtà virtuale davanti agli occhi del grande pubblico, Daydream sarà qualcosa di più, un vero e proprio ecosistema all’interno del quale far confluire tutte le risorse necessarie per diffondere il verbo del VR: applicazioni e giochi quindi, ma anche linee guida per la realizzazione di dispositivi e altri sistemi hardware dedicati. Su questo secondo fronte sarà la stessa Google a dare l’esempio con il lancio di due nuovi strumenti ad hoc per la visualizzazione e la navigazione dei contenuti sulla piattaforma: un visore da attaccare allo smartphone e un controller dotato di touchpad che promette di migliorare l’esperienza di navigazione nello spazio virtuale. Sulla data della loro uscita, però, al momento nulla è dato sapere.

Funzionerà solo su dispositivi Android aggiornati a Nougat


Non tutti i telefonini saranno compatibili con i contenuti e i servizi presenti Daydream. La piattaforma è stata infatti sviluppata per interoperare solo con i dispositivi conformi ai dettami di Google, primo fra tutti la presenza a bordo di un sistema operativo Android aggiornato a Nougat (Android 7.0). Le specifiche di compatibilità non sono state ancora rivelate, ma basta dare un’occhiata ai primi device Daydream-ready per farsi un’idea delle credenziali minime richieste da Mountain View: il Nexus 6P di Huawei, giusto per citare un prodotto conforme, si basa su un display Oled da 5,7 pollici da 2.560 x 1.440 pixel di risoluzione, processore Qualcomm snapdragon 810 e 3 GB di memoria RAM. In linea di massima, spiega Digital Trends, i requisiti di sistema dovrebbero essere tali da garantire la visualizzazione dei video ad almeno 60 frames al secondo senza quei fastidiosi lag e sfarfallii che hanno caretterizzato la prima generazione della realtà virtuale in formato tascabile.

L’Android del VR

Fatte le debite differenze, Daydream potrebbe essere considerato l’Android della realtà virtuale. Così come il sistema operativo del robottino verde ha aiutato realtà come Samsung, Lg, HTC, Sony a costruire smartphone e altri dispositivi intelligenti, allo stesso modo Daydream supporterà tutti i produttori interessati a recitare un ruolo da protagonista nel mondo VR. Detto in altre parole, Google Daydream punta a diventare l’alternativa mobile (ed economica) ad Oculus Rift, HTC Vive e ai vari ecosistemi per la realtà virtuale dal PC e console.

Quali contenuti offrirà


Per dare alla sua piattaforma ancora più appeal, Google ha investito ingenti somme nello sviluppo di contenuti di qualità, realizzati in molti casi grazie all’aiuto di youtubers e webstar più o meno popolari. La grande G starebbe inoltre collaborando con una serie di partners del mondo dei media, dell'enterteinment e dello sport (HBO, Imax, NBA, Ubisoft, Hulu per citare i più noti) per sviluppare contenuti di qualità per la sua piattaforma. Tali contenuti, ha spiegato Bloomberg, dovranno essere girati con una speciale videocamera a 16 obiettivi già ottimizzata sulle specifiche previste da Google.
L’arrivo di Daydream si ripercuoterà inevitabilmente anche su YouTube: più o meno parallelamente al lancio di Daydream verrà infatti rilasciata una nuova versione del “tubo” compatibile con il nuovo ecosistema. L’obiettivo - ha spiegato Kurt Wilms, product manager della divisione video di Mountain View – è offrire un modo più facile e più immersivo per trovare e visualizzare i contenuti VR presenti su YouTube.

Anche Chrome sarà in realtà virtuale


Al di là dei giochi e delle applicazioni dedicate, Google ha previsto la possibilità di vedere contenuti in realtà virtuale anche tramite il suo browser proprietario (Chrome). Merito di una nuova versione del software che integra al suo interna le API per la visualizzazione dei video a 360 gradi, dei modelli 3D e di altri contenuti immersivi. L’arrivo di Daydream completerà il quadro dando al browser della grande G la facoltà di navigare sul Web indossando un paio di Google Cardboard o qualsiasi altro visore compatibile con lo standard.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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