Relazioni pericolose al tempo di Facebook
Tecnologia

Relazioni pericolose al tempo di Facebook

Un video presentato da due giovani, Cederberg e Woodman, al Toronto film festival mostra la vita di un adolescente, Noah, attraverso lo schermo del suo computer. E la sua/nostra vita fatta a pezzi sul web

Come cambiano le relazioni al tempo di Facebook?

Dopo aver visto questo breve cortometraggio, si trasformano, direi , in patetiche e paranoiche.

Due studenti Walter Woodman e Patrick Cederberg, dopo aver meditato sul loro modo di utilizzare il computer, hanno presentato un breve filmato, “Noah”, al Toronto Film Festival , vincendo il Premio YouTube per il miglior cortometraggio canadese.

Tutto è girato all’interno del computer di un adolescente che consuma la sua vita davanti a uno schermo. Appena si apre il monitor saltano all’occhio le schede del browser: Skype, Facebook, Youporn. 

Si accende il computer e via che il ragazzo saltella in modo assolutamente schizofrenico dal collegamento Skype con la sua ragazza (che, peraltro, lo sta lasciando) alla chat di Facebook con un amico, fino a fare in contemporanea un demenziale giochino (e a quel punto ti chiedi: ma sta ascoltando la sua fidanzatina o preferisce i tasti del computer?)

Non contento, subito dopo, cerca di violare il profilo della sua ragazza per scoprire i suoi segreti. E viene bloccato (non commento sulla figura fatta nei confronti di lei…).

Alla fine si rifugia in Chatroulette: il sito dove, a differenza di Facebook, “puoi avere una conversazione nel mezzo della notte con chiunque”. E resti anonimo, se vuoi.

In questo video la dipendenza dal web è espressa ai massimi livelli e trasforma qualsiasi tipo di rapporto in un effimero contatto virtuale dove, potenza della chat, non si scopre nulla di chi sta dall’altra parte. Ma si ha e si dà solo un’idea sommaria e superficiale di chi siamo veramente. E si recita.

Mi stavo chiedendo: è questa la grandezza di Internet?

Stiamo andando verso una rinuncia dei rapporti veri a favore di quelli virtuali?

Sicuramente una gran parte dei nostri ragazzi sì. E questo mi spaventa.

Ricordiamoci che la dipendenza dai Social & Affini crea infelicità con il risultato di renderci tristi e insoddisfatti, come dicono i recenti studi dell'Università del Michigan, realizzati dallo psicologo Ethan Kross e riportati da The New Yorker .

E, se permettete, anche un po’ cerebrolesi.

Giudicate voi:

 

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Marina Jonna

Giornalista e architetto: scrivo da sempre di design e tecnologia. Ultimamente ho allargato i miei orizzonti scrivendo di benessere, sport, scienze e attualità. Oltre a intervenire, sporadicamente, su R101 . Avete bisogno di un trattato sul "Paradiso della brugola" ? Sono pronta a scriverlo!

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