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Pixabay/Mohamed Assan
Tecnologia

Facebook la misura del tempo per migliorare il benessere online

Il social network lancia il suo primo tool per calcolare il tempo trascorso sulla piattaforma. Ecco come funziona e perché agevola un uso responsabile dei social

Si dice che i social siano un po’ come i coltelli: possono essere utilissimi o estremamente dannosi, dipende sempre dall’uso che se ne fa. La materia è complessa e tocca tutti, non solo le frange di utenza più esposte (giovani e giovanissimi).

C’è addirittura chi parla di benessere digitale, intendendo con questo termine l’insieme dei pensieri e dei sentimenti che i social sono in grado di generare. Detto in altre parole significa parlare di come influiscono Facebook, Instagram e gli altri network sociali sul nostro umore, quanto ci gratificano e quanto invece ci deprimono.

Gli utenti attivi vivono meglio

A queste domande prova a rispondere una ricerca condotta dalla stessa Facebook, in collaborazione con la Carnegie Mellon University, sulle relazioni fra attività sui social e il welfare digitale.

Il benessere – questa è la conclusione a cui giungono gli autori della survey - è direttamente proporzionale al grado di attività sui social: le persone che mandano o ricevono più messaggi, commenti e post nel News Feed di Facebook, insomma, rilevano un miglioramento dello loro stato di benessere. O comunque stanno meglio di chi “consuma” passivamente, limitandosi ad esempio a scrollare il feed cliccando tutt’al più su qualche link.

Meglio interagire che restare nell’ombra, dunque. Ma con che frequenza? "In realtà non esiste una regola. Il numero di interventi così come il tempo che andrebbe trascorso sui social varia da persona a persona", ci spiega David Ginsberg, Facebook VP for User Research. "Noi preferiamo parlare di interazioni significative, ovvero di tutti quei post e quelle attività che generano dibattito tra gli iscritti".

Da qui la decisione del social network di dare priorità ai post degli amici che generano conversazioni ma anche la volontà di offrire più strumenti in grado di migliorare il monitoraggio della propria vita online.

Quanto tempo spendiamo sui social? Ora possiamo saperlo

È proprio in questo ottica che va a inserirsi il nuovo tool che calcola il tempo speso online sulle app di Facebook e Instagram. La novità – che arriverà nelle prossime settimane anche in Italia – si basa su un pannello che mostra quanto tempo trascorriamo sulla piattaforma e su un particolare dispositivo, nonché un promemoria quotidiano personalizzato, che ci avvisa quando superiamo il limite di tempo preimpostato.

Il nuovo strumento, che include fra le sue opzioni un'impostazione per silenziare e limitare le notifiche, rientra in quadro più ampio di funzioni che la società di Menlo Park ha promosso negli ultimi tempi per aiutare i suoi iscritti nella gestione fine del profilo. Rientrano fra queste le nuove impostazioni del News Feed per anteporre i contenuti preferiti, nascondere post, smettere di seguire o sospendere temporaneamente gli aggiornamenti provenienti da persone pagine e gruppi.

"L’idea", spiega ancora David Ginsberg, "non è tanto quella di imporre determinati comportamenti agli utenti, ma di dare a ciascuno di loro la possibilità di farsi un'idea più chiara e oggettiva del tempo che trascorrono online, cosicché possano agire di conseguenza".

Dal benessere all'uso responsabile

C’è ancora molto lavoro da fare, ammettono comunque da Menlo Park. Il bacino plurimiliardario di utenti e l’impossibilità di vigilare su tutti gli angoli della piattaforma impongono un lavoro molto serrato sull’educazione all’uso responsabile del mezzo, soprattutto nell’intorno delle tematiche critiche: bullismo, suicidi, propaganda di ogni tipo, comportamenti violenti in genere.

L’obiettivo di Menlo Park – che lo scorso anno ha stanziarto un milione di dollari proprio per la ricerca sul benessere legato all'uso dei nuovi media e della tecnologia – è chiaramente quello di fare tutto il possibile per evitare che il mezzo non giustifichi fini illeciti. Ma anche di provare a capire cosa spinga molti utenti - soprattutto di giovane età - a uscire dal suo steccato.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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