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coffeekai @iStock (2018)
Tecnologia

Facebook: cosa accade al profilo di una persona che muore

A chi è visibile, chi può gestirlo, come eliminare le informazioni del defunto: cosa dicono di preciso le regole del social network

Il caso di Cristina Borgoni, la mamma del ragazzo di 22 anni morto lo scorso luglio sul Cervino che si è vista bloccare da Facebook l’account che lei stessa gestiva dal giorno della perdita del figlio, ha riportato di stretta attualità il problema del cosiddetto testamento digitale.

Ci si chiede: che ne sarà dei nostri profili social quando passeremo a miglior vita? Esiste un modo per tenerli vivi, magari lasciandoli gestire ai nostri cari, piuttosto che chiuderli in maniera definitiva?

Il testamento di Facebook esiste (l'importante è scriverlo)

Partiamo da una considerazione. Anzi, da due. Facebook ha fissato una serie di regole ben precise per ciò che riguarda il trattamento dei dati delle persone defunte. Ma tutto o quasi è subordinato a quello che è il “lascito” dell’iscritto. Proprio così. Come nella vita reale, anche in quella digitale siamo ciò che lasciamo.

Forse non tutti sanno, infatti, che esiste un’apposita sezione del social network che permette a qualsiasi iscritto di designare un erede al quale lasciare il proprio profilo in caso di morte. Per accedervi basta entrare su Impostazioni>Gestisci Account, e inserire nell’apposito campo chiave il nome dell’amico o del familiare a cui lasciare l'account in eredità.

Cosa può fare un erede

L’erede può fare sostanzialmente tre cose: cambiare l'immagine del profilo e di copertina della persona defunta, scrivere un post fissato nella parte superiore del diario e rispondere alle nuove richieste di amicizia. Inoltre, può scaricare un archivio delle informazioni condivise dall’iscritto quando era in vita, comprensivo di foto, video, post in bacheca, profilo e informazioni di contatto, azioni e amici.

Chi non volesse eredi né prolungare in alcun modo la sua esistenza digitale dopo la morte, può richiedere  in alternativa l’eliminazione definitiva dell’account: “Quando qualcuno ci comunicherà il tuo decesso, tutti tuoi post, le foto e i post saranno eliminati in modo definitivo da Facebook e nessuno potrà più vedere il tuo profilo”, ci avvisa lo staff di Mountain View dalle pagine del suo Centro Assistenza.

Se il profilo diventa commemorativo

In assenza di indicazioni, il destino post mortem di un profilo è comunque segnato: l’account resta in vita fintantoché Facebook non viene informato del decesso; a quel punto, diventerà commemorativo, con tanto di effigie In ricordo di. Una sorta di profilo congelato, insomma, inaccessessibile a terzi (a meno che, appunto, non si tratti di eredi) e nel quale tutte le informazioni presenti saranno visibili ai contatti sulla base delle impostazioni di condivisione adottate dal titolare quando era in vita.

È quello che è successo allo sfortunato alpinista di Cuneo. Il suo account è rimasto attivo per qualche mese, consentendo alla madre di accedervi e pubblicare post a suo nome; una volta appurato il decesso (tramite segnalazioni esterne), però, Facebook ha dovuto applicare le regole: blocco dell’accesso a terzi, madre compresa, e trasformazione dell’account in commemorativo.

I diritti per amici e familiari senza "eredità"

E quindi, cosa può fare un familiare o un amico che non sia stato designato come erede? Anche in questo caso le regole sono chiare: l’unico diritto che viene concesso a un terzo privo di poteri testamentari è quello di segnalare il decesso della persona cara attraverso l’invio di necrologio o epigrafe funebre per richiedere la rimozione dell’account o renderlo subito commemorativo.

Non molto, verrebbe da dire. A prescindere dalla presenza o meno di un testamento digitale, i morti avrebbero forse diritto a essere commemorati dai propri cari in modo più personale. Anche nella dimensione ultra-terrena dei social network. 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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