Ecco come uno smartphone proietterà ologrammi alla Star Wars
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Tecnologia

Ecco come uno smartphone proietterà ologrammi alla Star Wars

Sfruttando una tecnologia già utilizzata nelle interconnessioni ottiche, sarà possibile ottenere ologrammi visibili a occhio nudo

Il cinema di fantascienza degli anni ’70 e ’80 ci ha riempito la testa di sogni tecnologici che in gran parte sono rimasti irrealizzati. Auto volanti, teletrasporto, viaggi intergalattici ancora prendono polvere negli stessi desolati cassetti in cui li abbiamo riposti all’alba dell’era smartphone. Ogni tanto però quei cassetti si schiudono e ne escono fuori meraviglie hi-tech che pensavamo destinate all’oblio.

È il caso degli ologrammi, e in particolare dei dispositivi olografici portatili come quelli illustrati nella prima trilogia di Star Wars. Ebbene, notizia di queste ore è che nell’ambito dell’imminente Mobile World Congress di Barcellona, una startup chiamata Leia (il nome originale della principessa Leila), presenterà una nuova tecnologia che consentirebbe a un normale smartphone con display LCD di proiettare un ologramma visibile a occhio nudo da 64 angolazioni differenti.

Per ottenere questo risultato, David Fattal e soci hanno sfruttato un approccio chiamato “multiview backlight” già sviluppato per le interconnessioni ottiche, in cui la luce viene forzata a seguire un percorso predefinito utilizzando strutture note come reticoli di diffrazione. Nel suo nuovo prototipo di proiettore olografico Fattal ha utilizzato queste strutture per far sì che la luce segua specifiche direzioni nello spazio.

Il dato potenzialmente rivoluzionario, è che questo sistema può essere integrato in un normale display LCD. Per fare ciò Fattal ha sostituito le tradizionale “guide” in plastica che indirizzano la luce ai pixel con dei reticoli nanometrici. Questi reticoli consentono di indirizzare la luce in modo assai più definito, e sostanzialmente di produrre sessantaquattro diverse immagini che si integrino per comporne una tridimensionale e olografica; il tutto chiaramente a discapito della definizione.

Sarebbe un errore aspettarsi di vedere qualcosa di simile agli ologrammi di Guerre Stellari, la prossima settimana a Barcellona, ma il concetto alla base del prototipo di Leia pare avere le carte in regola per dare una nuova chance alle tecnologie olografiche.

Naturalmente, perché aziende e sviluppatori decidano di investire il loro denaro e il loro tempo su questo progetto, prima Fattal e soci devono dimostrarne l’effettiva funzionalità; e cavare dal cilindro uno spettro abbastanza invitante di potenziali applicazioni.

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Fabio Deotto