Ecco perché gli auricolari wireless cambieranno il panorama mobile
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Tecnologia

Ecco perché gli auricolari wireless cambieranno il panorama mobile

Gli auricolari sono un nuovo tipo di tecnologia indossabile invisibile, comoda e facile da utilizzare. Per alcuni sono i veri eredi degli smartphone

Se davvero, come in molti preconizzano, il destino della tecnologia è di diventare sempre più invisibile, comoda e facile da utilizzare, allora in quel futuro un ruolo determinante lo avranno gli auricolari wireless come quelli presentati al CES 2015.

Non si tratta di una semplice evoluzione delle cuffiette che ci si attorcigliano nelle tasche dagli anni ’80, questi auricolari senza filo sono dei veri e propri dispositivi mobile indossabili, studiati per far sì che l’utente li possa infilare nelle orecchie e dimenticarsene.

Esistono modelli come Earine Hearnotesche, per quanto sofisticati, limitano il novero delle funzionalità al mero ascolto di musica, ma esistono altri modelli che si spingono molto più in là, lasciando intravedere un futuro non molto diverso da quello rappresentato in Her di Spike Jonze (in cui gli auricolari senza fili sono una costante diffusa)

Prendiamo Dash, il nuovo modello di auricolari wireless presentato da Bragi al CES: al di là dell’aspetto futuristico, questo paio di “cuffiette” permette finalmente all’utente di ascoltare musica senza doversi portare appresso un lettore mp3 o il proprio smartphone, integra infatti un sistema di riproduzione musicale e fino a 4 giga di materiale audio archiviabile.

Ma fosse solo questo: gli auricolari hanno un particolare sistema di filtrazione selettiva dei rumori che permette, a seconda delle situazioni, di tagliare fuori passivamente ogni altro suono, oppure di filtrare solo i rumori di fondo consentendo all’utente di udire le i suoni dell’ambiente che lo circonda (evitando ad esempio di essere investito mentre va in bicicletta).

E ancora: sono resistenti all’acqua, hanno un microfono integrato, una serie di sensori per la monitorazione dei parametri fisiologici per il fitness e sono collegabili via bluetooth a un altro dispositivo mobile per estendere il serbatoio di file audio da riprodurre.

Certo, prima di urlare al miracolo bisogna aspettare almeno aprile 2015, quando i Dash verranno ufficialmente introdotti nel mercato hi-tech. Tuttavia, è ragionevole intravedere l’importanza che un simile dispositivo potrebbe avere in futuro.

Software di nuova generazione come Google Now sembrano ideati per una società in cui gli utenti non dovranno più cavare uno smartphone di tasca, o sollevare uno smartwatch sotto il naso, per ottenere e scambiare informazioni; piuttosto si incastonano idealmente in uno scenario in cui il flusso di informazioni e l’utilizzo di funzionalità necessiti di una interfaccia minimale e non richieda alcuno sforzo da parte dell’utente.

Per certi versi, è più plausibile che questo tipo di tecnologia trovi terreno fertile in un paio di smart-auricolari, che in un paio di ingombranti smart-occhiali.

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Fabio Deotto