Da orologio a smartwatch il passo è breve
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Tecnologia

Da orologio a smartwatch il passo è breve

Da Montblanc a Breitling, da Swatch a Tag Heur: così i grandi nomi dell’orologeria svizzera si preparano a combattere l’arrivo di Apple Watch

C’è posto per un solo oggetto sui nostri polsi e potrebbe non essere un orologio tradizionale. L’arrivo del Watch e l’evoluzione del genere smartwatch sembra stia destando una certa preoccupazione nell’industria dell’orologeria.

È vero, Apple, Lg, Sony, Samsung, Huawei, Asus e tutti gli altri grandi nomi dell’elettronica di consumo sono ancora ben lungi dal competere con i modelli della grande tradizione orafa, e in particolare di quella svizzera. Ma non si può ignorare un dato di fatto: gli smartwatch sanno fare molte, molte più cose rispetto a un orologio “normale” e questo, alla lunga, potrebbe pesare nelle scelte dei consumatori.

I grandi nomi della manifattura da polso continuano a gettare acqua sul fuoco, ma la verità è che nessuno sembra voler accettare passivamente l’ingresso di nuovi potenziali concorrenti. Soprattutto se così ben foderati di quattrini come Apple. Inutile negarlo. Il rischio che gli orologi facciano la stessa fine toccata a macchine fotografiche, navigatori satellitari e lettori mp3 dopo l'arrivo degli smartphone, c’è ed è concreto.

Dopo Montblanc e Swatch anche Tag Heur pensa smart
Le recenti mosse di alcuni player dell’orologeria svizzera confermano tutte le piccole e grandi paure di un settore che, nel corso dei secoli, è rimasto più o meno inerte dinnanzi alle grandi rivoluzioni tecnologiche. Montblanc, Frederique Constant, Breitling e Swatch hanno annunciato a cavallo fra 2014 e 2015 i loro primi prodotti intelligenti e lo stesso si appresta a fare nelle prossime settimane anche TAG Heur, storico brand svizzero della holding LVMH, che ieri ha annunciato l’avvio di una nuova partnership con Google e Intel per la costruzione di una nuova gamma di smartwatch di lusso. "Un prodotto che saprà mescolare bellezza e utilità",ha commentato a caldo David Singleton, capo della divisione Android Wear di Google, in un’intervista che sembra voler anticipare quella che sarà la tendenza dei prossimi anni: la nascita di un nuovo genere di orologi ibridi, classici nel look (e nel meccanismo) ma ricchi di funzionalità intelligenti sotto le casse.

Ecco come si presenta il nuovo Touch Zero One, il primo smarwatch firmato SwatchFABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images

Chi avrà la meglio?
Tutto, insomma, lascia pensare a uno scontro frontale fra due schieramenti ben definiti: da un lato Apple e gli altri produttori di smartwatch puri, oggetti molto completi dal punto di vista delle funzionalità digitali ma ancora piuttosto acerbi in termini di design e autonomia, dall’altro i brand della grande tradizione orafa con i loro orologi ibridi, prodotti non particolarmente sofisticati in termini di interazioni "touch" ma comunque più raffinati e longevi dei loro corrispettivi rivali smart. Nel mezzo tutti quei player - come Google e Intel, appunto - capaci di offrire la linfa vitale (sistemi operativi, memorie, processori) per l’intelligenza dei dispositivi.

In ballo un mercato potenziale di oltre 28 milioni di pezzi solo nel 2015 (contro i 4,6 del 2014) , ma soprattutto il presidio su un’area che mai come oggi sembra destinata a cambiare pelle.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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