Oppo Find X
Tecnologia

Oppo Find X: tre motivi per comprarlo (e tre per non farlo)

Pregi e difetti del nuovo smartphone cinese con fotocamera a scomparsa

Oppo, il brand nato da una costola di BBK - la società che ha creato alcuni fra i più influenti marchi cinesi di elettronica di consumo (fra questi anche OnePlus e Vivo) - si è presentata per la prima volta al pubblico europeo e lo ha fatto con un dispositivo che non passerà certo inosservato. Si tratta del nuovo Find X, smartphone che si fa notare per il suo caratteristico modulo a scomparsa, un espediente che – come vedremo – ha il merito di liberare la parte frontale del dispositivo da tutte quelle incombenze (fotocamera anteriore al sistema di riconoscimento facciale) che finiscono per rubare spazio al display.

Il risultato è uno smartphone che piacerà moltissimo agli amanti delle soluzioni a tutto schermo, ma che d’altro canto pone qualche legittimo dubbio in materia di affidabilità. Di questo e altro vi parleremo in questa breve analisi dedicata ai motivi che fanno di questo telefono un prodotto da acquistare senza "se" e senza "ma" e a quelli che – di contro – inducono a maggiore prudenza.

Sì: uno smartphone a tutto schermo (questa volta per davvero)

Nonostante l’evidente opera di riduzione delle cornici, gli smartphone di ultima generazione non possono definirsi davvero full screen. La presenza di fotocamere, led di notifica, sensori e altri orpelli incastonati nella parte alta del display condanna infatti tutti i produttori – chi piu, chi meno – a vere e proprie acrobazie stilistiche, come l’ormai diffusissimo notch.

Da qui la decisione di Oppo di radunare tutto ciò che esula dallo schermo - la fotocamera frontale, quindi, ma anche la doppia fotocamera posteriore, il ricevitore audio e il sistema di scansione facciale 3D - in un modulo a scomparsa. Che si solleva in automatico quando serve (ad esempio quando si attiva la fotocamera o c'è bisogno di sbloccare il dispositivo) e si rimette a riposo al termine delle attività.

In questo modo, il display del nuovo Oppo Find X risulta libero dal peccato (il notch) e di allargarsi su tutta la superficie frontale: il 93,8% del lato A del telefono è schermo, precisa Oppo, un record per la categoria.


Oppo Find XOppo

Sì: un vero sistema di riconoscimento facciale 

Nel modulo a scomparsa si nasconde anche O-Face, il sistema di riconoscimento facciale 3D che molti hanno già definito il Face ID di Oppo. La tecnologia, in effetti, è molto simile a quello adottata da Apple per il suo iPhone X: un illuminatore proietta 15.000 punti sul volto dell’utente, costruisce un modello 3D del volto e lo confronta con quello registrato del proprietario per sbloccare il dispositivo.

Il produttore, parla di un livello di sicurezza superiore rispetto all’identificazione delle impronte digitali, con un errore nel riconoscimento di uno su un milione (contro l’1/50.000, del lettore di impronte).

Va detto che oltre a consentire lo sblocco del dispositivo in tutta sicurezza, il sistema di riconoscimento facciale di Oppo è stato pensato per creare emoji animate personalizzate (che qui si chiamano Omoji) e per effettuare pagamenti istantanei. L’integrazione di Alipay di Alibaba rappresenta in questo senso il primo tassello di un nuovo ecosistema di pagamento in mobilità tutto basato sul riconoscimento facciale

Oppo Find XOppo

Sì: prestazioni da primo della classe

Il modulo a scomparsa e il sistema di riconoscimento facciale non sono gli unici elementi di interesse del nuovo Oppo Find X. Sotto il gigantesco display si nascondono una pletora di risorse che ha davvero pochi pari nel mondo Android: il chipset Snapdragon 845 è la chiave di volta di un’architettura che comprende una serie di risorse allo stato dell’arte. Da citare, a questo proposito, gli 8 GB di RAM, la fotocamera frontale da 25 megapixel, la doppia fotocamera posteriore da 16 + 20 megapixel e la batteria da 3.730 mAh con sistema di ricarica rapida VOCC. Nel mezzo anche tante funzioni intelligenti utili soprattutto per la fotografia (la fotocamera, assicura il produttore, è in grado di identificare oltre 20 scenari di fotografia e oltre 800 combinazioni di item, tra cui neve, cibo, animali domestici) e per il riconoscimento vocale.

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NO: un form factor anticonvenzionale non è sempre sinonimo di successo

Nel mondo degli smartphone i cambiamenti troppo radicali non sono sempre visti di buon occhio. Lo scarso successo ottenuto in passato da tutti quei produttori che hanno provato a rivoluzionare il mercato – si pensi ad esempio ad LG e al suo cellulare modulare – inducono a una certa prudenza. Sarà il mercato, come sempre, a sancire i meriti dell’innovazione proposta da Oppo. Perché è innegabile: un telefono con un modulo a scomparsa avrà pure un effetto Wow impareggiabile, ma sul piano della praticità c’è chi preferirà altro.

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NO: più componenti significano maggiore fragilità

Per quanto Oppo dichiari di aver sottoposto il Find X a test severissimi (con cicli da 300 mila movimenti), il principio di un modulo con sistema di apertura/chiusura elettromeccanica rappresenta un’incognita sul piano dell’affidabilità. Le cadute ma anche le più banali ostruzioni provocate da polvere, sabbia e briciole potrebbero inceppare il meccanismo e, di conseguenza, il funzionamento delle feature collegate (fotocamera, riconoscimento facciale, e via dicendo). Il condizionale è d’obbligo, perché poi sarà solo il tempo a dare una risposta certa.

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NO: un prezzo davvero elevato

La novità si paga. A maggior ragione se, come nel caso di Oppo Find X, c’è di mezzo un dispositivo che prova a cambiare le regole del gioco. Ma spendere 999 euro per un prodotto di un brand tutt’altro che conosciuto (almeno dalle nostre parti) è un azzardo anche per l’acquirente più entusiasta. Chi punta a distinguersi forse non baderà a spese, ma per tanti altri consumatori sarà più immediato ripiegare su brand meno originali ma più collaudati.

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Roberto Catania

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