Muse, uno smart-cerchietto per la meditazione
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Muse, uno smart-cerchietto per la meditazione

Dopo Google Glass e Oculus Rift, spuntano i primi dispositivi per la monitorazione dell'attività cerebrale. Una specie di Google Glass per il cervello

Hai avuto una giornataccia, sei un fascio di nervi, sei seduto a gambe incrociate sul tuo letto, ad occhi chiusi, aspettando di riuscire a rilassarti. A un certo punto nelle tue orecchie comincia a echeggiare un suono tanto familiare quanto assurdo: quello di un mare frustato dal vento, onde che si rincorrono e si infrangono sulla sabbia lasciando lunghe scie di risacca. Una voce nelle orecchie ti dice di contare lentamente, di sgomberare la mente, tu la ascolti e a poco a poco senti il vento che cala, le onde che si appianano, finché il mare è quasi piatto e l’acqua accarezza appena la sabbia ai tuoi piedi.

No, non ti sei fumato qualcosa di strano: è l’effetto di Muse, un nuovo dispositivo indossabile, l’equivalente di Google Glass per i fanatici della meditazione e della cosiddetta mindfulness.

Muse ha l’aspetto di un delicato cerchietto in plastica, ma è in realtà un sofisticato dispositivo ideato per la monitorazione dell’attività cerebrale. Per utilizzarlo è sufficiente inforcarlo (come faresti con un paio di occhiali) e assicurarsi che i sette sensori della fascetta centrale aderiscano contemporaneamente alla fronte.

Sebbene molti già ne parlino come un dispositivo capace di indurre relax, in realtà Muse non ha nessun ruolo attivo nello smaltimento dello stress. La sua funzionalità si basa interamente su una specifica app mobile (disponibile per iOS e Android) che fornisce all’utente una serie di esercizi di meditazione e raccoglie nel contempo i dati necessari a valutare la qualità dell’attività cerebrale durante una determinata seduta.

Un esercizio tipico prevede che l’utente chiuda gli occhi, infili le cuffie e si concentri su un compito semplice (ad esempio contare) tenendo lontano qualsiasi altro pensiero e concentrandosi lentamente su un solo obiettivo. Se a inizio articolo ho parlato di onde e vento non è un caso, alcuni esercizi di Muse prevedono un’ambientazione sonora interattiva che cambia a seconda dell’attività cerebrale registrata nel soggetto (quando si raggiunge un vero rilassamento, al rumore delle onde si sostituirà quello degli uccellini atterrati sulla spiaggia).

Sostanzialmente, si tratta dunque di uno strumento per imparare l’arte della meditazione e ricevere feedback istantanei sui propri progressi. Uno strumento piuttosto costoso, va detto, dal momento che il prezzo di lancio per Muse è di 299 dollari.

Insomma, è chiaro che il settore – ancora in stato embrionale - dei dispositivi per la monitorazione cerebrale nasconde grandi potenzialità; dopotutto i dati parlano chiaro: negli ultimi anni si è registrato un preoccupante aumento degli episodi di stress, in particolare sul posto di lavoro, dove in media l’80% delle persone dichiara di soffrire l’ansia e le preoccupazioni in modo sempre meno gestibile.

Ben pochi dunque potrebbero permettersi un simile dispositivo, ma quei pochi potrebbero essere un terreno di prova perfetto per questo tipo di tecnologia. Muse, infatti, non è il primo prodotto di questo tipo, esistono alternative come Emotiv, che tuttavia si presentano come tecnologie complesse, costose e troppo eclettiche per allettare la media degli utenti facoltosi.

Al contrario, Muse si presenta come un dispositivo dalla funzionalità univoca, un supporto tecnologico per chi vuole sperimentare i benefici della meditazione, e ha le tasche abbastanza piene da concedersi il lusso di tentare.

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Fabio Deotto