Loupe, l'anti-Google Glass è uno smart-cannocchiale
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Loupe, l'anti-Google Glass è uno smart-cannocchiale

Loupe sembra un tubetto di burrocacao, e si usa come un caleidoscopio giocattolo. Ma è un dispositivo mobile

Una cosa chiara da tempo è che, nel mondo della scienza e della tecnologia, vince chi osa immaginare al di fuori dei confini tradizionali.

È con questo spirito che alcuni ricercatori arruolati da Nokia stanno cercando di reimmaginare il futuro della tecnologia mobile. Mentre la strada verso i dispositivi indossabili sembra ormai asfaltata, mentre il cinema e la letteratura già cominciano a delineare un orizzonte in cui gli smartphone saranno sostituiti da smart-occhiali come Glass o da lenti a contatto multimediali, Kent Lyons e colleghi provano a fare un passo indietro, in una direzione significativamente diversa.

Nelle ultime settimana, il gruppo di ricerca (che coinvolge diverse università tra cui il MIT) ha presentato al mondo un prototipo di smart-cannocchiale che può essere utilizzato per controllare notifiche social, visualizzare email e altri contenuti multimediali. Il dispositivo si chiama Loupe (termine utilizzato in inglese per indicare la particolare lente di ingrandimento utilizzata dai gioiellieri) e a un primo sguardo appare come un tubetto di burrocacao appeso a una cordicella a mo’ di pendaglio.

Un dispositivo portatile che debba essere posto davanti agli occhi solo quando usato rappresenta un segnale forte in questo periodospiega Lyons, riferendosi naturalmente a dispositivi come i Glass di Google, più volte criticati per il rischio che rappresentano per la privacy altrui “Quando qualcuno utilizza uno smartphone, tutti possono rendersene conto, lo stesso vale per Loupe.”

La risposta più ovvia che viene in mente alle parole di Lyons è che se già esistono gli smartphone, a che pro appendersi al collo un ulteriore dispositivo mobile?

Nonostante la curiosità suscitata dal progetto, infatti, ancora non è chiaro quale sia la particolarità che garantirà a Loupe una qualche chance di sopravvivenza in un panorama ultracompetitivo come quello mobile. L’idea di portarsi in tasca, o al collo, un dispositivo che possa essere utilizzato come un caleidoscopio giocattolo è interessante, ma solleva non poche perplessità.

A giudicare dalle prime dimostrazioni infatti Loupe non è in grado di garantire una qualità di riproduzione all’altezza degli standard attuali, ha un’interfaccia piuttosto goffa (un insieme di elettrodi posti sulla superficie, da sfiorare come la ghiera di un vecchio iPod), ma soprattutto, rende l’esperienza di utilizzo ancora più ridicola dell'ingobbimento tipico degli utenti smartphone.

Immaginate di essere per strada e voler controllare la posta. Con uno smartphone vi basterebbe estrarlo di tasca, fare qualche tap con le dita e via; con uno smartwatch l’operazione sarebbe ancora più semplice e con dei Google Glass sarebbe sufficiente ordinare all’interfaccia di visualizzare le ultime email e perdere qualche istante a controllare il piccolo display a lato della visuale.

Con Loupe l’operazione sarebbe più complicata: bisognerebbe fermarsi, portare il cannocchiale a un occhio, chiudere l’altro e accedere alle mail, fermi in mezzo alla strada con un tubetto premuto contro l’occhio, virtualmente ciechi, mentre il resto del mondo vi scorre attorno senza che possiate nemmeno vederlo con la coda dell’occhio.

Il progetto è ancora nella sua fase embrionale, ma a giudicare dalle premesse, più che un anti-Google Glass, Loupe sembra destinato a diventare uno dei tanti rami secchi dell'albero evolutivo della storia della tecnologia.

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Fabio Deotto