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Tecnologia

Come funziona Boon, l’app universale per usare Apple Pay

Anche chi non ha un conto Unicredit o Carrefour Banca può usare l’iPhone per pagare. Basta un'app con un canone mensile di 99 centesimi

Da quando Apple Pay è approdato in Italia sono già tanti gli utenti che hanno sperimentato il nuovo modo di pagare con lo smartphone (lo ammettiamo, avevamo qualche dubbio). I requisiti per usarlo sono due: avere almeno un iPhone 6 o successivo (o un Apple Watch oppure un iPad con Touch ID) e un conto con le banche supportate dal servizio: Unicredit e Carrefour Banca.

E tutti gli altri? Nessuna paura, perché anche se la Mela ha annunciato di voler allargare presto l’abilitazione ad altri istituti, oggi un modo per usare Appe Pay con qualsiasi conto, persino le prepagate, c’è già e si chiama Boon. E per concludere un transazione bastano pochi secondi.

Come funziona

Quello che fa Boon è creare una carta virtuale tramite un servizio semplice e veloce, già apprezzato in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Austria, Olanda, Irlanda, Regno Unito e Svizzera.

Alla registrazione, si associa la propria fonte economica et voilà, siete pronti per concludere gli acquisti con l'iPhone.

Il conto ricaricabile, da alimentare tramite bonifico o carta di credito, è pienamente compatibile con Apple Pay, visto che in fase di avvio, sul Wallet del telefono, si può scegliere di inserire manualmente i dati dell’account Boon invece di scannerizzare la tessera fisica che si ha nel portafogli.

Simile a PayPal

Non vi è limite di accesso al servizio, in pratica qualunque conto corrente può essere associato a Boon e sfruttato per rifornire l’account, in maniera simile a quanto accade con PayPal. A differenza di quest’ultimo però, Boon è nativamente integrato nella piattaforma Pay, al momento la più sicura per pagare sia nei negozi che online, sfruttando il lettore di impronte digitali. Persino in aereo, ad alta quota.

Leggi: Apple Pay, Android Pay, Samsung Pay: ecco le differenze


Apple Pay: come pagare con iPhone

In fase di impostazione infatti, Boon richiede un pin personale, che servirà ogni volta che si vuole entrare nell’app per controllare i propri movimenti, ma per concludere l’acquisto bisognerà sempre appoggiare il dito sul tasto home, dove si trova il Touch ID (oppure avvicinare l’Apple Watch al Pos), senza il quale la transazione non può avvenire. Una doppia protezione che consente di salvaguardarsi da clonazioni e furti di identità. In qualsiasi momento si può dissociare la propria carta dal profilo di Boon, senza sostenere costi o penali.

Quanto costa

Veniamo al dunque: usare Boon non è del tutto gratuito. Dopo un anno gratis, si pagano 99 centesimi al mese mentre c’è da sostenere un costo dell’1%, sul totale ricaricato, quando si alimenta il conto da carta di credito. Quindi su 100 euro, il prezzo effettivo è di 101 euro. Non ci sono spese se i soldi si spostano tramite bonifico (che però non è immediato ma richiede un paio di giorni) così come per gli acquisti effettuati con la valuta nazionale, l’euro. Con tutte le altre invece si deve aggiungere l’1,25% alla cifra finale.

I piani

Esistono anche diversi livelli di accesso al servizio: boon.START, boon.BASIC e boon.PLUS. Quello che cambia è fondamentalmente il tetto massimo ricaricabile mensilmente e ogni 12 mesi. Si parte dai 5.000 euro ai 30.000 euro all’anno, molto dipende da quello che si intende fare con Apple Pay, se metodo sporadico da mostrare agli amici o vero sostituto di carte e contanti. I Pos abilitati ad accettare Boon sono gli stessi in grado di ricevere pagamenti con Apple Pay, quelli cioè che fanno parte del circuito Contactless Mastercard, in pratica tutti gli attivi in Italia e fuori.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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