Apple Watch: 5 cose che non può fare
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Tecnologia

Apple Watch: 5 cose che non può fare

Elegante, fine e super tecnologico: sono tanti i motivi per acquistare il gadget dell’anno. Ma siete sicuri che faccia al caso vostro?

Bello è bello eh, niente da dire. Con tutta probabilità l’Apple Watch è il migliore smartwatch visto finora in circolazione: ha classe, design e un ecosistema completamente gestibile dalla piccola interfaccia touch. Aggiungeteci il marchio di qualità dell’azienda di Tim Cook e avrete l’indossabile perfetto da abbinare a chi ha un iPhone. Si perché l’Apple Watch si può gestire solo con uno smartphone della Mela (non tutti) a differenza degli orologi Android Wear, quelli che hanno il sistema operativo sviluppato da Google, compatibili con una vasta gamma di telefonini.

Per chi è un fan di Apple sarà logico, anzi obbligatorio, scegliere il Watch come orologio 2.0 da mettere al polso. Dopo le 10 cose da sapere sull’indossabile più atteso del 2015 e uno sguardo alle foto dei 22 modelli, cerchiamo di capire chi non dovrebbe avventurarsi nell’acquistare quello che è da più parti definito il gadget dell’anno, da mostrare sotto l’ombrellone o durante una cena in riva al mare con amici e parenti.

Compatibilità

Yoshikazu TAKADA, Flickr

Lo abbiamo detto e lo ripeteremo fino allo sfinimento perché immaginiamo quanti chiederanno agli Store “posso usarlo con il Galaxy?”, Apple Watch funziona solo con iPhone e nello specifico: il 6, 6 Plus, 5S, 5C e 5. Nessuna chance di adoperarlo con sistemi concorrenti; l’unica possibilità sarebbe un jailbreak ma siamo ancora lontani da un futuro del genere.

Nessuna tastiera

Apple Inc.

Se si riceve un messaggio sul telefono Apple Watch può visualizzarlo. Tuttavia per rispondere non avrete alcuna tastiera, mai. L’unico metodo è la voce: la dettatura funziona bene e permette di digitare un testo in maniera chiara. Ma bisogna prenderci la mano e non tutti saranno entusiasti di parlare all’orologio in mezzo alla folla per dire alla mamma “no, il polpettone di tonno meglio evitarlo con il mal di pancia”.

Niente fotocamera

Apple Inc.

La chicca presente sul primo Galaxy Gear qui non c’è. Per scattare una foto o girare un video al volo, magari nell’intento di riprendere una scena irripetibile, ci sarà sempre bisogno dell’iPhone. In quel caso il Watch può fare da telecomando remoto per il click istantaneo o l’impostazione di un timer. Non è molto ma sull’orologio si possono vedere le immagini salvate su smartphone e Mac: una comodità visti gli 1,5/1,65 pollici del dispositivo (a seconda delle varianti tra i modelli).

Wi-Fi limitato

Apple Inc.

Non che il collegamento via Bluetooth sia obsoleto ma non è più usato come una volta. C’è anche una spiegazione logica: con le connessioni a casa, in ufficio e attraverso gli hot-spot gratuiti in giro per la città quello che teniamo sempre acceso è il Wi-Fi. Sarà per questo che Android Wear si è aggiornato su alcuni modelli (per ora ASUS ZenWatch, LG Urbane Watch, LG G Watch, LG G Watch R, Motorola Moto 360, Samsung Gear Live e Sony SmartWatch 3) proprio per consentire alle persone di accedere alle funzioni “connesse” dell’orologio e ricevere le notifiche tenendo solo il Wi-Fi acceso, sfruttando sia la comunicazione con lo smartphone che attraverso i router senza fili sparsi per il pianeta (lasciando anche il telefono a casa). Il Watch no, si connette all’iPhone solo attraverso il Bluetooth ma può sfruttare il Wi-Fi se si trova sulla stessa rete del telefono ma fuori dal raggio di azione del BT. Da solo non si aggancia a router o access point e questo vuol dire che morto il telefono, l’orologio resta ottimo per leggere l’ora e poco altro.

Addio scrolling

Apple Inc.

Se pensavate di poter sfruttare lo scrolling tanto comodo su iPhone anche sul piccolo schermo dell’Apple Watch allora rimarrete delusi. Lo spostamento tra sezioni di testo e app avviene solo tramite la corona laterale tranne per alcuni menu integrati per cui si può ancora scorrere il dito in verticale. La spiegazione di Apple è che in questo modo non si occupa nemmeno un millimetro di visualizzazione del display. Ci sta, ma il sistema pare alquanto obsoleto.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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